Salice Viminale, quando Tartuficoltura e Cesteria si intrecciano

“Nella sua semplicità, il cesto è una delle massime espressioni della capacità elaborativa della mente umana. L’arte dell’intreccio è l’acquisizione tecnica più antica e più diffusa della terra (…) L’intuizione del cesto, sicuramente, nasce dall’osservazione di fenomeni naturali, quali il fitto intreccio della vegetazione nelle boscaglie, le tane degli animali, i nidi degli uccelli ecc. All’imitazione è seguita la sperimentazione, la ripetizione e infine l’acquisizione tecnica.” (Diana Poidimani, La cesteria, un’arte millenaria)

Sono molteplici le cose che accomunano la tartuficoltura e la cesteria che non riguardano solamente l’impiego che se ne può fare, per la raccolta e/o l’esposizione dei tartufi. Basti pesare a una tra le piante comari più celebri in tartufaia: la Ginestra, dei cui arbusti si possono adoperare  per realizzare ceste. Si possono tagliare per l’intreccio sia i rami lunghi e senza ramificazioni che quelli più tozzi e ramificati.

I materiali per realizzare cesti sono svariati ma il più noto è senz’altro il Salice Viminale (Salix Viminalis) che entra in simbiosi con:

Investire in questa pianta, in tartuficoltura, significherebbe una doppia opportunità di profitto, di fatti la Salicicoltura  è largamente diffusa tra i cestai, e non solamente per l’impiego diretto della materia prima ma, anche e sopra tutto  per commercializzare le sue ramificazioni.

In tabella riporto alcuni prezzi, trovati in rete, per darvi un idea approssimativa del valore di questo prodotto

Salici scortecciati bianchi cm 180, kg 5
€ 51,80
Salici taglio fresco, verdi con punte rosse, cm 200, kg 12,5 € 28,50 Salici secchi con corteccia cm 160, kg 5 € 31,90
Salici taglio fresco, gialli, cm 160, kg 10 € 26,70 Salici taglio fresco, verdi con punte rosse, cm 100, kg 5 € 18,90 Nero/viola Salici secchi con corteccia cm 220, kg 6,5   € 40,20

Questo binomio con la tartuficoltura acquista maggiore rilievo alla luce del fatto che sono stati fatti innumerevoli passi in avanti per quanto riguarda la coltivazione del tartufo bianco (Tuber Magnatum Pico). Ed è quindi ragionevole pensare che da qui a breve sarà pratica comune al pari di altre specie.

Fare cesti. Manuale pratico di cesteria secondo le tradizioni regionali italiane

Sarebbe, inoltre, auspicabile un ritorno in auge dell’antica arte dell’intreccio anche per chi i tartufi li cava in natura, potendo  raccogliere il materiale durante la cerca. Ad oggi infatti grazie al web non è difficile documentarsi a riguardo con video tutorial, libri e quant’altro.

Per approfondire l’argomento : cesteriainitalia.it