La trazione animale in tartuficoltura

La trazione animale in tartuficoltura

A differenza di quello che credono in molti, sono molteplici le operazioni colturali da mettere in pratica  prima e dopo l’impianto di una tartufaia. Poi, complice il largo impiego di terreni in disuso per la sua realizzazione sono svariati le genti di città che vogliono “buttarsi” sulla tartuficoltura perchè non sanno che farsene di terreni ereditati dai nonni o dagli zii.

Non va di certo meglio se ci si trova a parlarne con la stragrande parte dei tartufai “internettiani” che rimbambiti  dalle varie associazioni di categoria a suon di “il tartufo non è un prodotto agricolo”  non si rendono conto che si sta parlando di AGRICOLTURA

Ragion per cui, un po’ per gioco un po’ per provocazione MA sopra tutto  perchè lo trovo affascinante, oggi vi voglio parlare dell’impiego degli animali per la lavorazione del terreno.

In barba a chi vuole continuamente propinarci nuove scoperte a colpi di microscopi e analisi, e in onore di chi per secoli, con il sudore della fronte, ha arato o sarchiato la terra con e grazie agli animali.

Negli ultimi anni è rinato l’interesse per l’impiego dinamico del cavallo, ma anche dell’asino e del mulo, in agricoltura. La trazione animale presenta notevoli vantaggi non solo in termini di rinnovabilità dell’energia prodotta ma anche di ridotta compressione del terreno.

Purtroppo si guarda ancora spesso alla trazione animale come ad un fatto nostalgico e non si considera la validità tecnico-economica del suo impego.

Un trattore può essere abbandonato per lungo tempo sotto una tettoia, rifornendolo di gasolio  e con qualche cambio d’olio marcerà per un pezzo senza ulteriori interventi. Il cavallo no, va accudito e alimentato tutti i giorni, anche quando non c’è da lavorare. Va anche addestrato e bisogna essere capaci di condurlo, il che è molto più difficile che guidare una trattrice. Questi svantaggi possono essere in qualche modo ripagati? Si.  l’agilità dell’animale non ha confronto con qualsiasi mezzo meccanico.

Il cavallo passa ovunque anche in mezzo ai fusti arborei di un filare e di un bosco, si gira in uno spazio molto più limitato che una trattrice. Soprattutto riesce a fermarsi e a ripartire al semplice comando della voce. Impara i percorsi, scansa gli ostacoli, sa reagire a situazioni particolari, mantiene l’equilibrio. Per quelle operazioni in cui la velocità è inutile il cavallo è un’ottima alternativa. Parliamo di operazioni come erpicaturarullatura, sarchiatura, collocazione di piantine a dimora, ecc. In caso di terreno inaccessibile ai pesanti mezzi meccanici il cavallo può entrare comunque.

A chi vuole approfondire quest’argomento segnalo  l’articolo a questo LINK