Tartuficoltura: Il Sughereto da tartufi, un Affare di Famiglia
Torniamo a parlare di tartuficoltura, e nello specifico, di impianti multi colturali Argomento, questo, già affrontato in passato, come nei casi, per citarne alcuni, della cesteria e dell’apicoltura. Esattamente , Come già avete avuto modo da intuire dal titolo, della Quercia da sughero. Che entra in simbiosi, non troppo notoriamente, con le seguenti specie di tartufi
- Il Tuber Borchii o Tartufo Bianchetto o Marzuolo; (Solo in sintesi)
- il Tuber Macrosporum o Tartufo Nero Liscio;
- Il Tuber Melanosportum o Tartufo Nero Pregiato; (Sia in sintesi che in natura)
L’argomento, ovviamente, necessiterebbe di ben più ampi margi di quello che può offrire un articolo. Ma, comunque, anche se non ne faremo un esegesi, cercheremo di essere esaustivi.
Le cose che mettono in relazione il tartufo con la sughera, sono molteplici ed è proprio da esse che conviene iniziare se ci si vuole approcciare ad esso:
La coltivazione delle querce da sughero è un processo che richiede pazienza. di fatti per avere una pianta alta almeno 1 metro, bisogna aspettare all’incirca 6 anni.
Il prezzo d’acquisto di questa pianta è davvero alto rispetto ad altre piante simbionti ,ed è commisurato al tempo di allevamento nel vivaio. Altro aspetto di fondamentale importanza è che la raccolta di tartufi e dello stesso sughero, non entreranno in concomitanza, ma sarà con tutta probabilità una vera e propria staffetta. Questo in considerazione del fatto che la prima decortica di una giovane quercia avviene quando questa ha circa 20-25 anni e comunque solo se la sua circonferenza, misurata a 130 cm da terra, è superiore ai 60 cm. Da intendersi, quindi, come un investimento per le generazioni future della nostra famiglia
Da li in avanti il processo di “decortecciatura” viene praticato ogni 10 anni, un nonnulla se prendiamo in considerazione il fatto che vi sono esemplari che hanno raggiunto i 500 anni. La scorza, con uno spessore di circa 7,5 centimetri, viene in incisa con un taglio longitudinale, che va dalla prima biforcazione dei rami fino al piede dell’albero. La prima scorza che viene rimossa nella vita dell’albero ha una forma irregolare e ha una consistenza spugnosa, con colore grigio. Questa viene chiamata generalmente sugherone o sughero maschio. Rimosso il sughero maschio, il tessuto sottostante produce, ogni anno, dei nuovi strati più regolari e compatti, chiamati sughero femmina o più comunemente sughero gentile, caratterizzato da una profonda screpolatura, di forma longitudinale.