Le caratteristiche fondamentali delle fototrappole in tartufaia

Le caratteristiche fondamentali delle fototrappole in tartufaia

Le caratteristiche fondamentali delle fototrappole in tartufaia – Il problema dei furti nelle tartufaie coltivate è una piaga che fino a qualche tempo fa sembrava irrisolvibile ma che è stato in gran parte risolto grazie alle fototrappole. Sono difatti innumerevoli i casi di furto risolti grazie ad esse, tanto che non solo i tartuficoltori ma anche alcuni enti parco e carabinieri forestali ne hanno fatto ricorso. È quindi legittimo affermare che volenti o nolenti che chi vuole tutelare le proprie tartufaie dovrà fare primo o poi i conti con questa nuova tecnologia. Ma quali sono le caratteristiche essenziali per svolgere al meglio tale compito? Mettetevi comodi e leggete quanto segue.

1. Qualità delle immagini
Come vale per tutti i dispositivi pensati per scattare foto o filmare video, anche la fototrappola va valutata primariamente a seconda della qualità delle immagini che è in grado di offrire. Sono svariati i parametri da tenere in considerazione quando si valuta questo aspetto, che cercheremo di analizzare più nel dettaglio nei paragrafi qui di seguito.

Risoluzione
La risoluzione di una foto viene in genere misurata indicando i Megapixel (MP) da cui l’immagine verrà composta, un valore che dipende dal sensore della macchina utilizzata. Ogni fotografia è infatti composta da un numero variabile di punti, chiamati pixel: maggiori sono i punti, più definita è l’immagine. La maggior parte delle fototrappole attualmente in commercio raggiunge una definizione che va dai 12 ai 16 MP, uno standard comparabile a quello di molti smartphone. Anche se non si otterranno scatti adatti a stampe di alta qualità, il risultato sarà più che sufficiente per l’utilizzo che di norma viene fatto delle fototrappole.
Per quanto riguarda i video, invece, si utilizza di norma una diversa nomenclatura, anche se di per sé il concetto di base non cambia. Si parla infatti di risoluzioni verticali, ovvero che contano il numero di linee verticali che compongono l’immagine. Ormai è molto comune lo standard 1080p, anche conosciuto come Full HD (o FHD), anche se alcuni modelli potrebbero ancora limitarsi ai 720p (HD-Ready).

Velocità di scatto
La velocità di scatto è un elemento di fondamentale importanza per una fototrappola, dato che questa è pensata soprattutto per catturare immagini di animali o  persone in movimento. Maggiore è la velocità con cui la macchina è in grado di effettuare uno scatto, più nitida risulterà la foto, anche nel caso in cui il soggetto ripreso si dovesse trovare nel mezzo di un movimento rapido. Per poter assicurare un buon risultato, è necessario orientarsi su fototrappole in grado di garantire una velocità inferiore a un secondo (molti modelli oggi si attestano su uno standard che va da 0,2 a 0,5 secondi).

Visione notturna
Anche questa funzione è considerata fondamentale per una fototrappola, in particolare se la si usa come fotocamera di sorveglianza. Normalmente vengono utilizzati LED a bassa emissione in grado di sfruttare raggi infrarossi e catturare immagini sufficientemente nitide anche in completa assenza di luce. Ovviamente esiste un raggio massimo entro il quale sarà possibile ottenere foto di qualità, che raramente supera i 30 m.

Flash
A differenza della visione notturna, il flash è un elemento che deve essere completamente assente da una buona fototrappola. Una forte emissione luminosa rappresenta infatti un elemento di grande disturbo per tutti gli utilizzi possibili di una fototrappola, sia che funga da fotocamera di sorveglianza, sia che si limiti all’osservazione e alla registrazione della vita degli animali selvatici.

Angolo di visione
L’angolo di visione è un ultimo elemento da considerare quando si valuta la qualità delle immagini di una fototrappola. In genere viene preferito un angolo piuttosto ampio, dato che consente di monitorare uno spazio maggiore. Oggi si possono trovare modelli che vanno dai 50° ai 120°, ma ovviamente la scelta deve anche ricadere su un prodotto che sia adatto alle proprie esigenze: se infatti si deve controllare solo un’area ristretta, sarà inutile dotarsi di un modello più costoso che offre un angolo di visione molto ampio.

2. Autonomia
Uno dei maggiori punti di forza di una fototrappola è legato proprio alla possibilità di lasciarla connessa per lunghi periodi di tempo senza doversi preoccupare di pile e batterie. Un primo elemento da considerare riguarda la presenza di un sensore di movimento, che permette di mantenere il dispositivo in standby finché non sia veramente necessario attivarlo.

Nel momento in cui non c’è nulla da monitorare, dunque, la fototrappola rimane in uno stato a bassissimo consumo, e sarà così in grado di garantire un’autonomia molto ampia. La maggior parte dei modelli, anche di fascia medio-bassa, può raggiungere almeno i quattro mesi in standby, mentre quelli più costosi superano gli otto mesi. Va però tenuto presente che se la fototrappola dovrà attivarsi molto spesso questo dato potrebbe variare in modo molto sensibile. Per quanto riguarda la tipologia della batteria, per lo più si utilizzano ancora le pile alcaline AA o AAA. In genere sono necessarie da quattro a otto pile per poter alimentare questo tipo di dispositivo: anche se ovviamente queste richiedono una spesa aggiuntiva, va contato anche che si tratta di un investimento esiguo, grazie anche all’ampia autonomia che possono assicurare. Va detto che nel caso in cui si vogliano adottare soluzioni più professionale è anche possibile dotare la fototrappola di un pannello solare (che tuttavia diventa difficile da mascherare) o un un alimentatore esterno, più adatto se si utilizza questo dispositivo per sorvegliare la propria casa o, in generale, una proprietà privata.

Temperatura e certificazione IP
Dato che le fototrappole vanno posizionate in spazi esterni, per lo più privi di protezione, è fondamentale che la loro scocca possa garantire resistenza sia all’umidità e alla pioggia, sia alla polvere e all’intrusione da parte di oggetti solidi, oltre che a temperature ambientali estreme. I modelli migliori possono operare dai -20°C fino ai +75°C, mentre per quanto riguarda la protezione è sufficiente verificare la presenza di una certificazione IP (International Protection).

Leggere correttamente questa indicazione è piuttosto semplice: la sigla IP viene di norma seguita da due cifre, di cui la prima indica il livello di protezione dall’accesso di parti pericolose (dalla polvere, alla sabbia, ai corpi di piccole dimensioni), mentre la seconda indica la resistenza all’accesso di liquidi (da piccole gocce d’acqua a una completa immersione per un tempo prolungato). Nel caso in cui il prodotto non fosse dotato di una di queste caratteristiche, al posto del numero si troverebbe una X.

3. Memoria
Come qualunque tipo di fotocamera digitale, anche le fototrappole richiedono l’uso di uno spazio di archiviazione dove salvare le foto e i video. Normalmente questi dispositivi permettono di utilizzare una scheda SD o SDHC delle dimensioni massime di 32 GB, per lo meno se non si intende investire in un equipaggiamento professionale (in quel caso è infatti possibile trovare anche modelli in grado di salvare file molto più pesanti).

Talvolta un supporto di memorizzazione viene incluso nella confezione, ma difficilmente questo permette di sfruttare la capacità di archiviazione massima. Va inoltre considerato che la durata delle clip video – dati che occupano molto più spazio rispetto alle singole foto – può essere spesso limitata a pochi minuti, in modo automatico oppure manuale. Questo evita che lo spazio di archiviazione venga riempito nell’arco di pochi giorni, soprattutto se si prevede di lasciare la fototrappola nella stessa posizione per diverse settimane.

4. Facilità d’uso
Un ultimo fattore da considerare prima dell’acquisto di una fototrappola riguarda la semplicità con cui questa può essere utilizzata, anche da utenti che non hanno già esperienza con questo tipo di dispositivo. Vediamo nel dettaglio alcuni elementi che rendono l’uso di una fototrappola più agevole ed efficiente.

Accessori
Gli accessori più comuni, generalmente inclusi nella confezione, sono semplici supporti che permettono di fissare la fototrappola ad alberi, pali o altre superfici. In genere sono presenti delle cinghie o dei supporti a muro, soluzioni che assicurano un’ampia flessibilità nel posizionamento della fotocamera. Talvolta è anche presente un piccolo telecomando che permette di attivare il dispositivo a distanza, nel caso in cui si preferisca monitorare personalmente la scena evitando di affidarsi solo ai sensori di movimento.

Display
Ormai la maggior parte delle fototrappole è dotata di un piccolo display a colori, delle dimensioni di circa due o tre pollici, che permette all’utente di visualizzare rapidamente le immagini e i video prima di decidere se mantenere la fototrappola nella stessa posizione o eventualmente fissarla in un punto diverso. Molto spesso lo schermo è protetto dalla scocca esterna, che può essere aperta solo manualmente, così da assicurarne la massima protezione.

Altre volte il rivestimento esterno è in parte trasparente, così da permettere una visualizzazione ancora più rapida e pratica. Notiamo infine che spesso il display è accompagnato da una serie di comandi che permettono di gestire le impostazioni della fotocamera.

Connessione 2G/3G/4G
Dato che spesso le fototrappole vengono posizionate in spazi potenzialmente lontani da casa, poter ricevere gli scatti e le clip video in tempo reale anche a grandi distanze può essere una funzione estremamente comoda. Proprio per questo molti modelli sono dotati di un’antenna 2G, 3G o 4G, proprio come i cellulari, tramite cui la fotocamera può inviare automaticamente i file a un dispositivo selezionato, oppure a un indirizzo mail scelto dall’utente.

Fonte: qualescegliere.