Quella lite per i tartufi di 300 anni fa

Quella lite per i tartufi di 300 anni fa

Quella lite per i tartufi di 300 anni fa – Cercatore di Chiusano racconta:

«Così un mio avo trascorse una notte in prigione, nel 1716»

 Il tartufo non è sicuramente una novità per la cucina piemontese e astigiana in particolare. Sembra che già nel 1700 fosse conteso tra cercatori e acquirenti, diventando anche motivo di liti tra proprietari di terreni e «trifulau» un po’ troppo invadenti.

La testimonianza è avvalorata da un documento del 1716 ritrovato all’Archivio Storico del Castello di Settime che è stato consegnato a Dario Pastrone, cercatore di Chiusano probabile discendente del protagonista della storia. Scritto in caratteri e linguaggio di difficile comprensione (affidato alla traduzione di esperti), porta il titolo di:

«Testimoniali di attestazione»,

sarebbe cioè un «atto criminale». Il documento racconta la lite tra il conte Boero di Settime e un trifulau definito «ardito e rissoso»: Giovanni Pastrone di Chiusano. Il racconto della vicenda è chiaro e circostanziato, con particolari precisi su luoghi e date. In sette pagine si ripercorre la storia del tartufaio che venne accusato dal conte di provocare gravi danni alle sue proprietà: cercando le trifole Pastrone «guastava la teppa dei prati e il raccolto del fieno dell’anno successivo», questo significa che diversamente da oggi, le trifule erano molte. Pastrone venne avvisato dal Conte, ma «si burlò» di tutti proseguendo la sua ricerca con la cagnetta Moschata (di color Moscato) e il suo zappino. Pastrone continuò a scavare senza lasciarsi intimorire dalle minacce, tanto che arrivò ad usare la forza per difendersi: il documento racconta di una lite a colpi di tridente e «falzetta». Alla fine vinse il conte: Pastrone venne arrestato (restò in prigione una notte intera), pagò 15 lire e venne rilasciato grazie anche alle scuse che la moglie presentò al Conte per ottenere la grazia. Dunque, il Giovanni Pastrone del 1700 è un avo di Dario Pastrone, cercatore di tartufi di Chiusano: «Farò fare delle ricerche per verificare la parentela commenta Dario – anche se è molto probabile che si tratti di un mio antenato: vengo da una famiglia di trifolau».