I Bussolotti per l addestramento del cane da tartufi, tra storia e tradizione

Nel documentarmi per realizzare questo articolo, mai avrei pensato di poter trarre tanti spunti di riflessione sul presente. La storia della cerca del tartufo ha radici profende, che affondano su un ”  terreno” fatto di segreti e di tradizioni da custodire gelosamente, e uno di questi è senz’altro rappresentato dall’addestramento del cane da tartufi. Parte di questo racconto è costituito  dagli strumenti che impiegavano per occultare il tartufo e che qui di seguito andremo a conoscere o riscoprire.

 

Il più antico strumento atto a questo scopo è senza ombra di dubbio la galla della quercia, che al contrario di come pensano molti, non si tratta di un frutto, bensì di un escrescenza provocata da alcuni insetti. Era sufficiente praticare un foro e inserirci qualche pezzettino di tartufo.

Il secondo in ordine di tempo sembra essere il tappo in sughero, di quelli che si impiegano per lo spumante o il vino, rivestito possibilmente da una retina metallica a maglie fini per non farlo disfare facilmente dal cane e non indurlo nel “vizio” di mangiare i tartufi.

A tale  scopo sembra che abbiano usato anche le calze in nylon, di quelle in disuso dalle loro gentili consorti. Interessante il fatto che da qui pare essere nata la pratica dello “straccetto” che ancora oggi viene attuata per far accrescere la possessività del cane sul tartufo.

Arriviamo finalmente al bussolotto che tutti stavate aspettando, quello delle mitiche sorprese dell’ovetto Kinder. Impiegato tutt’oggi per l’addestramento è il metodo più facile ed economico per realizzare un  involucro a cui fare dei fori.

Supporto meno impiegato, ma comunque in voga è la custodia dei rullini fotografici. Facilmente deformabili come i precedenti Caduto in disuso con l’avvento degli smartphone.

Arrivando ai giorni nostri  vediamo esercitare questa funzione dallo storico infusore per le tisane che al contrario dei su citati sono già forati e più resistenti essendo in lega metallica.

Per ultimo, ma non per importanza arriviamo a uno degli strumenti meno economici che la storia del tartufo abbia mai incontrato, ovvero, il contenitore a forma di tartufo che oltre a svolgere il compito di custodirlo, il tartufo, ha anche la pretesa di far conoscere al cane che forma abbia. Lo dico contro il mio stesso interesse, ma, oltre che a essere inutile in quanto il tartufo è occultato dalla terra e cercato per mezzo del senso dell’olfatto, può essere contro producente , oltre che rischioso, dando di fatti l’input al cane di effettuare il riporto a vista, di un qualcosa che in realtà è un  rifiuto buttato nel bosco. In oltre i tappi che vengono impiegati per la realizzazione di questi dispositivi possono facilmente ostruire le vie respiratorie e quindi non sicuri per la tutela e il benessere del cane.