Comare o simbionte? Che confusione

Comare o simbionte? Che confusione

Comare o simbionte – Il castagno come albero simbionte è sempre stato visto, dalla maggior parte dei tartufai, come una leggenda. Tempo fa pubblicammo un articolo tratto da un ritaglio di giornale (QUI) questo per farvi rendere conto di quale clamore suscita ogni qualvolta si parla del castagno come albero da tartufi.

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L’altro giorno navigando su Facebook mi sono imbattuto in questo post:

Ne è scaturita una discussione molto interessante alla quale è intervenuto anche Marco Morara ormai celebre appassionato di micologia intervistato da noi tempo fa (QUI) , che si è dimostrato scettico ed ha affermato quanto segue:

Periodicamente compaiono le leggende sulle piante tartufigene… non solo il castagno, ma le Canne di palude, la Sanguinella, la Ginestra, la Magnolia, ecc ecc.
Se si trova un carpoforo di tartufo attaccato a una radice, non è detto che quella sia la pianta ospite, poichè il micelio del tartufo può percorrere anche un centinaio di metri da dove nasce la micorrizia…

A smentirlo ci ha pensato Angelo, che ha raccontato la sua esperienza personale:

Buonasera signor Marco. Io posso affermare che sotto i castagneti che vengono curati dall’uomo,dove il terreno e rosso si trovano scorzoni e brumale.
Dove prima c’erano noccioleti e dopo sono stati impiantati I castagni esce il brumale di grandezza fino a 3 etti. La stessa cosa succede dove si trovavano gli scorzoni nei cerri e dopo sono stati impiantati I castagni. Io credo che il castagno conservi la spora. Io parlo per esperienza. La mia conclusione è che dove c’è la creta rossa pietrosa sotto I castagni si trovano i tartufi.

Fatto sta che ancora oggi si genera confusione tra pianta comare e simbionte, non è di molto tempo fa l’articolo in cui abbiamo trattato il rapporto tra i tartufi e l’Orchidea Epipactis microphylla (QUI) e questo per quanto riguarda gli alberi simbionti. Se andiamo alla ricerca di piante comari il discorso Si fa più ampio e complesso tanto da generarne un’elenco che riportiamo qui di seguito, tralasciando quelli che ormai riteniamo assodati (QUI):

  • Orniello,
  • sanguinella,
  • rovo,
  • sambuco,
  • biancospino,
  • l’ulivo,
  • la vite.

Fino ad arrivare alle erbe selvatiche:

  • farfaraccio,
  • primula,
  • ortica,
  • ranuncolo,
  • falasco,
  • lampone selvatico.

Come probabilmente avete intuito questo articolo non punta a sciogliere alcun dubbio, piuttosto ne aggiunge altri, che si vanno a sommare ai quesiti già proposti quali:

  • L’asparago selvatico (QUI)
  • Fiori del sottobosco (QUI)