Pier Antonio Micheli il micologo che scoprì le spore

Pier Antonio Micheli il micologo che scoprì le spore

Pier Antonio Micheli il micologo che scoprì le spore – Appassionato di botanica, sin da giovanissimo ha studiato il mondo vegetale raccogliendo circa 19000 piante raccolte ed essiccate. Fu allievo di Bruno Tozzi, di cui descrisse nelle sue opere una nuova pianta scoperta dal maestro, che chiamò Erba tozzia.

Può essere considerato il fondatore della micologia, avendo dato un decisivo contributo allo studio dei funghi osservando le lamelle attraverso un sistema di lenti, scoprendo per primo le spore, i basidi e i cistidi.

Che nei suoi lavori così annotò: “Dei minutissimi semolini distribuiti (…) con ordine regolarissimo; e (…) ognuno di loro stava situato sopra una base, la quale mi fece dubitando dire: chi sa che non sia il fiore o il calice del fungo?”

Nel 1778 Pier Antonio Micheli distingue due tipi di Tuber: il Tuber melanosporum e il Tuber aestivum.
Notò anche l’esistenza del velo universale e fu il primo a dimostrare che i funghi si riproducono per mezzo di spore.

Ma le sue strumentazioni non gli permisero di analizzare con precisione le strutture che portavano i “semi” (evidentemente si trattava degli attuali basidi). Oggi sappiamo che i basidi sono di dimensioni sensibilmente più piccole rispetto agli aschi: infatti, successivamente al Micheli, sarebbero stati proprio gli Aschi i primi ad essere studiati ed analizzati con sicurezza e precisione scientifica.

Micheli fu professore a Pisa e prefetto dell’Orto Botanico di Firenze, descrisse nei Nova plantarum genera (1729) molte nuove piante e funghi. Fu il fondatore della Società Botanica Italiana nel 1716. Morì per una pleurite contratta durante i suoi viaggi alla ricerca di nuove specie. Linneo gli dedicò un genere di pianta floreale della famiglia delle Magnoliacee: la Michelia.

Fonti: funghiitaliani – wikipedia