Quei tartufi liguri: il caso che potrebbe stracciare i calendari di raccolta

Quei tartufi liguri: il caso che potrebbe stracciare i calendari di raccolta

Ha presentato opposizione come promesso, tramite l’avvocato Roberto Ponzio, al verbale di contestazione e di confisca il titolare del negozio in via Maestra ad Alba ,che a fine Maggio gli  costò  100€ l’etto una partita di tartufo Scorzone (Tuber Aestivum) di un chilo e 700 grammi.

Nonostante il divieto di raccolta e commercializzazione (disposto dalla legge 752 dell’85), gli Scorzoni erano esposti per la vendita con il cartellino riportante, tra l’altro, la provenienza dalla Liguria: lì il prodotto in questione può essere cavato e venduto dal primo maggio al 30 novembre. In Piemonte, invece, queste operazioni sono consentite dal primo giugno al 31 agosto e dal 21 settembre al 30 novembre.

 

Oltre all’annullamento del verbale e dell’ordinanza di sanzione, il negoziante ha chiesto la restituzione del ricavato dalla vendita della merce confiscata.

L’avvocato albese Roberto Ponzio spiega le motivazioni:

«L’interpretazione dell’articolo 6 della legge regionale è sbagliata: non si può sanzionare la vendita di un prodotto raccolto altrove, dove sono in vigore calendari diversi rispetto a quello piemontese. Tale interpretazione viola i principi costituzionali sulla libertà di iniziativa economica (articolo 41), di tutela sulla concorrenza (articolo 117) e sul divieto per le Regioni di ostacolare la libera circolazione delle merci (articolo 120), come pure il regolamento comunitario europeo, che dovrebbe prevalere rispetto alla legge nazionale. Perciò, si è chiesta la disapplicazione della normativa regionale e l’archiviazione».

L’avvocato Ponzio aggiunge: «Com’è possibile, inoltre, confiscare il prodotto e venderlo al migliore offerente della zona, magari al ristorante vicino? Si impone una modifica della legge o della sua interpretazione».

Fonte: gazzettadalba.it