Le origini dei tartufai sanminiatesi

Le origini dei tartufai sanminiatesi

La scoperta dell’importanza commerciale del tartufo, nelle zone di San Miniato, si ebbe verso la fine dell’Ottocento. A tale proposito ci sono varie ipotesi.

La prima afferma che a cavallo del secolo giunsero a Balconevisi, Corazzano e Palaia dei Romagnoli esperti della bonifica di fossi e acquitrini. Furono loro, con i loro cani, a insegnare a cercare i tartufi. Si dice che arrivassero a piedi, passando l’Appennino con i loro cani, che non potevano  salire in treno, camminando per diversi giorni.

Ogni autunno, i Romagnoli tornavano e si fermavano, alloggiati alla meglio, dalle famiglie locali. Nacquero amicizie e qualcuno trovò anche moglie in loco. Spesso lasciavano i loro cani nelle famiglie delle frazioni della Valdegola per riprenderli la stagione successiva. L’esempio più emblematico è quello di Stanislao Costa, detto Stagnazza, nato a Casola Valsenio nel 1875, sull’Appennino, in provincia di Ravenna, dove sembra che facesse il panettiere. Giunse a cavallo dei due secoli a Balconevisi con altri tre tartufai, si fidanzò, poi sposò Amelia Pieragnoli il 20 dicembre 1902, e qui si stabilì per sempre.

È probabile che i loro cani fossero Lagotto, mantello a toppe, di taglia media e petto robusto, come confermano anche alcune foto d’epoca.

L’altra tesi è orientata a cercare le radici della cerca del tartufo in loco, infatti Eugenio Gazzarrini (classe 1885) si mise a cercare tartufi con il cane all’età di 15 anni.

Non solo, ma in un secondo momento iniziò a vendere i cani da tartufo e forse cominciò da lì l’attività di raccoglitore e di commerciante.  Si dedicò al commercio e fu il pioniere per tutta la zona, non mandava in alta Italia solo tartufi freschi ma anche conservati. Confezionava da sé le scatole e le spediva per posta, per ferrovia già nei primi anni del secolo.

Nel 1924 Eugenio Gazzarrini fu premiato alla Mostra Circondariale per “conservazione di tartufi bianchi in scatola”.

Fonte: Il tartufo bianco di San Miniato di Delio Fiordispina