La cimice asiatica del nocciolo

La cimice asiatica del nocciolo

La cimice asiatica del nocciolo – Il nocciolo è uno degli alberi più impiegati e conosciuti nella tartuficoltura.

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La sua fama deriva, probabilmente, dal fatto che viene considerato (e a mio parere ha ragione) l’albero simbionte che impiega meno tempo ad entrare in produzione. Oltre a permettere senza troppi fronzoli una tartufaia multi-colturale, dando per ciò vita ad un’intero comparto agro economico soprattutto in Piemonte.

Una delle nuove minacce che il nocciolo deve contrastare al giorno d’oggi è la cimice asiatica, anche se in realtà ve ne sono molti tipi, è quindi bene che i tartuficoltori li conoscano più approfonditamente.

La cimice asiatica:

È un insetto della famiglia Pentatomidae (ordine Rincoti), originario di Cina, Giappone e Taiwan. È stato accidentalmente introdotto negli Stati Uniti con i primi esemplari osservati nel 1998. H. halys è considerata un
insetto dannoso all’agricoltura e dal 2010 è diventato un fitofago stabile dei frutteti degli USA. In Italia il primo esemplare è stato rinvenuto in provincia di Modena nel settembre 2012 e studiato dall’Università di Modena e Reggio Emilia.

Halyomorpha halys è una specie molto invasiva, altamente polifaga, con un’elevata capacità riproduttiva. In Italia è in grado di compiere 2 generazioni che tendono a sovrapporsi, con danni provocati sia da forme giovanili che da adulti. Come altri Pentatomidi lo
svernamento avviene allo stadio di adulto, all’interno di ripari occasionali.

La cimice causa un’alterazione a carico del seme che si presenta raggrinzito, con macchie brunastre necrotiche e con un odore e sapore fortemente sgradevoli a causa dell’irrancidimento della mandorla. A volte si riscontra anche la presenza di funghi, ma pare proprio che il responsabile sia lei, la cimice, da cui il nome cimiciato.

La cimice del nocciolo compie una unica generazione all’anno. Sono le forme adulte dell’insetto a svernare al riparo di cespugli, sempreverdi e coperture erbacee. A primavera, dopo un breve periodo di nutrizione a spese della vegetazione ospite, le femmine depongono le uova isolate o in gruppi, sulle foglie e brattee del nocciolo. Le neanidi, ovvero le forme giovanili della cimice, completano il loro sviluppo nei mesi della tarda primavera-estate nutrendosi a carico della pianta ospite. Raggiungono l’età adulta normalmente in piena estate.

Fonti: agribionotiziesipcamitalia