I “Tartufai” del Deserto nel Qatar

I qatarioti lo chiamano Fagga, ma a livello internazionale è noto come Terfezia, ossia il “tartufo bianco del deserto”. Appartiene alla famiglia delle Terfeziacee e nei souq di Doha il prezzo può arrivare anche a 55 euro/kg. Anche se nei Paesi del golfo persico le sue quotazioni possono arrivare a cifre astronomiche, chi lo ha assaggiato conferma che il sapore è decisamente blando.

Nonostante questa evidente differenza, spesso si cerca di spacciare il tartufo del deserto anche in Italia, il caso più celebre è quello del Signor Magi di Montecchio.. Al netto di ciò, il Fagga è un  ipogeo che cresce nel deserto dei Paesi del golfo persico come il Qatar o l’Oman: i cercatori partono alla ricerca dei preziosi “tartufi” del deserto, apprezzato per le doti medicinali (è usato nella medicina tradizionale locale per il trattamento di disturbi agli occhi, alla schiena, alle ginocchia o alle gambe, ed è anche noto per le sue qualità come afrodisiaco), dopo i primi rari temporali

Si trovano a pochi centimetri sottoterra, vicino alle radici delle piante da cui traggono i nutrienti: in Qatar, ad esempio, la pianta preferita è il girasole del deserto. Un tempo si riteneva che i Fagga fossero stati creati dai fulmini dei temporali di novembre nel deserto. “Bisogna avere occhi come un falco per individuarlo nel deserto” spiegano i locali. I fagga vengono mangiati e cucinati in molti modi: crudi in insalata, bolliti nel latte, saltati nel burro, arrostiti nei fuochi da campo o come ripieno o stufato.

A riprova di come la passione per il tartufo spinga – a tutte le latitudini – a smerciare “copie” da zone meno vocate rispetto a quelle più pregiate, anche nei Paesi del Golfo avviene ciò che qui in Italia vediamo accade coi Paesi dell’Est. Nonostante i qatarioti cerchino i fagga locali, infatti, quando questi non sono disponibili è facile trovarne importati dall’Algeria.

Fonte: ilforchettiere.it