I nemici del tartufo

I nemici del tartufo

I nemici del tartufo sono molteplici a partire dalle condizioni atmosferiche avverse incidono fortemente sia sulla produzione che sullo sviluppo del fungo e quindi anche dei corpi fruttiferi.

La pioggia, il vento, la siccità e il gelo sono una delle cause naturali a cui attribuire la brutta stagione di raccolta.

Per il tartufo, le piogge, specialmente le primaverili devono essere frequenti ma alternate a giornate soleggiate, queste non possono che essere positive, mentre il vento eccessivo sottrae l’umidità al terreno e quindi ai tartufi che si trovano a poca profondità.

Anche il gelo danneggia i corpi fruttiferi affioranti, credo che la siccità sia il peggior male per il tartufo, non dimentichiamo che esso è un fungo ed è costituito dal 70-80% di acqua quindi, senza acqua pochi e piccoli saranno i tartufi!

Altri nemici naturali sono altri funghi concorrenti, ad esempio per il tuber magnatum Pico vi è la Spherosporella brunnea, anch’essa simbionte con la pianta superiore, si propaga fino ad prevalere sul magnatum che troverà sicura morte.

Dobbiamo anche pensare che il tartufo, inteso come fungo e corpo fruttifero, avrà migliori condizioni di vita se la pianta ospite e cioè l’albero simbionte gode di ottima salute, infatti incisive potature dell’albero, rallentano o diminuiscono o addirittura fanno morire il pregiato tuber.

La salute dell’albero non è legata solo al clima ma anche agli interventi dell’uomo come la potatura anzidetta, la lavorazione del terreno e la protezione della pianta superiore da insetti o funghi che  possono attaccarla e distruggerla.

I Bruchi, le famose processionarie, i coleotteri, il mal bianco sono solo alcuni agenti che possono modificare fortemente lo stato di vita dell’albero e conseguentemente del tartufo.

Anche alcune piante arbustive che si trovano nelle immediate adiacenze della pianta simbionte, possono inibire il propagarsi delle micelio del tartufo, pregiudicandone così il suo sviluppo. (artemisia, calluna, cicuta, betulla )

Per mio conto gli animali che attaccano direttamente il tartufo, non sono da considerarsi nemici in quanto questi, cinghiali, tassi, istrici, lumache, ghiri, topi di campagna, caprioli e i molteplici insetti, cibandosene fungono da veri e propri veicoli delle spore che disseminate possono, se vi sono le condizioni ottimali, propagare la specie.

D’altro canto anche noi ci cibiamo del tartufo ma ci guardiamo bene dal lasciarne un pezzettino nel foro di estrazione per la propagazione della specie.

Sappiate che le spore del tartufo, oltre ad non essere digeribili, rimangono attive per circa due anni quindi vi consiglio che gli eventuali scarti dei tuber raccolti potete conservarli per poi riportarli e disseminarli nelle territori di raccolta,  ponendoli vicino a piccole piantine, gettandoci poi sopra una manciata di terriccio.

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