La micorizzazione artificiale

La micorizzazione

Micorizzazione: La sintesi miceliare e cioè l’utilizzazione del micelio, ottenuto con la coltura pura del fungo, costituisce il miglior metodo di inoculo, il cui principale vantaggio è la sicura conoscenza del fungo introdotto. Il punto di partenza per ottenere la coltura miceliare del tartufo è quello di isolare il micelio o da frammenti di carpoforo, meglio ancora dalle ascospore in germinazione, o dalle micorizze dopo averne ottenute in coltura totalmente axenica.

La sintesi sporale è il metodo di micorizzazione più usato, in cui si impiega una coltura di spore atte alla germinazione, vale a dire che abbiano subito trattamenti particolari destinati a rompere il loro stato di dormienza. Questa coltura viene ottenuta dopo aver lavato e disinfettato il peridio del tartufo per eliminare dalla superficie spore e propaguli di eventuali altri funghi micorrizici. Poichè l’inoculo va effettuato sempre in primavera, alla ripresa vegetativa delle piante, con alcune specie di tartufi si possono effettuare inoculi con materiale fresco, per altre è necessario conservare i corpi fruttiferi, essiccandoli o mantenendoli in sabbia umida ed in luogo fresco (4-5°C) fino al momento dell’inoculo. Nell’inoculo sporale sono di fondamentale importanza la qualità, la quantità, il momento e le modalità della somministrazione (Chevalier e Grente, 1978). La qualità dell’inoculo, intesa come intrinseca capacità di infettare, sopravvivere e di adattarsi al substrato, è variabile con l’età dei corpi fruttiferi. Alcune prove sperimentali hanno indicato come migliori per l’inoculo i corpi fruttiferi “precoci” nel Tuber magnatum e nel Tuber melanosporum quelli non eccessivamente “tardivi”. La quantità dell’inoculo deve tenere presente la dose minima necessaria per ottenere l’instaurarsi della micorizzia poichè il numero delle spore utili varia a seconda della specie di tartufo. Per il tartufo bianco pregiato sono necessari 0,3-0,4 grammi di tartufo secco per pianta, corrispondente a 2 grammi di quello fresco; per il tartufo nero pregiato circa 0,2-0,3 grammi di tartufo secco per pianta, pari a 1-1,5 grammi di quello fresco.

Un fattore che limita fortemente la quantità di inoculo usabile è l’elevato prezzo di mercato dei tartufi, soprattutto nel caso del Tuber magnatum. Riguardo il momento in cui somministrare l’inoculo, le esperienze effettuate indicano che se per lo sviluppo del fungo l’epoca migliore è il periodo estivo dato il clima caldo-umido, la pianta rivela una maggiore recettività nel periodo primaverile cioè nella sua prima fase di sviluppo.

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