Tuber Rufum: il tartufo “pelle” rossa

Il Tuber Rufum è una Specie di tartufo diffusa, che entra in simbiosi con  latifoglie e conifere,  matura nel tardo autunno e in inverno, anche se non è raro trovarlo  tutto l’anno. Predilige i  lecci, in terreni calcarei, nello stesso habitat del  Tuber melanosporum e Tuber aestivum.

La variabilità di questa specie, sia macroscopicamente che forma e dimensione delle spore, ha portato alla “creazione” di molte varietà differenti e anche di nuove specie. Come ad esempio il Tuber ferrugineum.

Non commestibile, sia per l’aroma nauseabondo,  sia perché indigesto in quanto ricorda un alimento divenuto rancido. Il primo a descrivere questa Specie fu il  professor Picco, ben più celebre per il Tuber Magnatum. Ne avevamo parlato in questo articolo, perchè da alcuni documenti si è evinto che le c ,ne suo cognome, sono due, quindi Picco e non Pico

L’etimologia del suo nome deriva dal latino: Rufum cioè rosso, per via del colore del suo peridio. Tant’è che i nomi più comuni con cui viene chiamato in italiano sono : tartufo rosso o  rossetto 

Descrizione

Ascoma : Forma subglobosa, più o meno irregolare, spesso lobata e di dimensioni non molto grandi (1-4 cm).

Peridio: Peridio di colore variabile, da giallo-rossastro a bruno-rossastro, all’apparenza liscio ma in realtà decorato da minute verruche assai appiattite. Ha una consistenza cornea ed è nettamente distinto dalla gleba ove vi è ben ancorato.

Microscopia : Gli aschi sono da ellissoidali a piriformi, contraddistinti spesso da un lungo peduncolo, misurano 65-90 × 40-50 µm e contengono in genere 3-4 spore, sono rari quelli che ne contengono 1 o 6. Spore 21,2-32,7 × 14,6-26,1 µm;  Qm = 1,5; quelle negli aschi monosporici misurano anche 36 × 27 µm; sono bruno-giallastre, ellissoidali, qualcuna di forma sferica e hanno un episporio costituito da aculei sottili, fitti, più o meno diritti, lunghi fino a 4 µm.

Fonti: tartufomania.comWikipedia.org –  Vesamarche –  Fughiitaliani.it