la roverella

Presenta dimensioni più ridotte rispetto alle altre querce caducifoglie (rovere, farnia, cerro), raggiungendo al massimo altezze di 20-25 metri. Il fusto è breve, spesso contorto, mentre la chioma è ampia, emisferica o compressa, per lo più irregolare e non molto densa. I rametti di uno e due anni sono provvisti di un feltro denso di peli biancastri. Le foglie, alterne, semplici e caduche, presentano sulla pagina inferiore una fitta lanugine biancastra, mentre nella pagina superiore appaiono glabre e di colore verde. Le piante giovani si riconoscono facilmente in inverno per la presenza di foglie secche di colore marrone chiaro che rimangono attaccate ai rami. I frutti, portati in gruppi da peduncoli brevi e pelosi, sono costituiti da una ghianda (achenio) protetta per metà da una cupola di forma emisferica provvista di scagliette appressate. L’apparato radicale è molto robusto e sviluppato, e provvisto di una radice principale nettamente fittonante. La roverella forma spesso ibridi con altre specie di querce, e per questo talvolta la sua identificazione risulta difficoltosa. E’ una specie submediterranea; il suo areale gravita principalmente nella parte meridionale del continente europeo. Nella penisola è presente nelle zone di collina e di bassa montagna ed è frequente anche in Sicilia ed in Sardegna; in particolare è la quercia più diffusa nelle zone aride e calcaree ai piedi delle Alpi e nell’Appennino settentrionale e centrale. La roverella è una specie eliofila, termofila e xerofila, molto diffusa nei pendii caldi e soleggiati, dal livello del mare fino ai 1100 m di altitudine. Si ritrova nei terreni più svariati, ma manifesta comunque una particolare preferenza per i terreni marnosi e calcarei, anche aridi e rocciosi. Per quanto riguarda l’impiego a fini economici, la roverella assume importanza prevalentemente come legna da ardere. Per quanto concerne invece la vocazione tartufigena, allo stato naturale contrae la simbiosi con quasi tutte le specie di tartufo presenti sul nostro territorio, comprese le specie più pregiate. Si ritiene comunque importante sottolineare che la roverella trova la propria elezione produttiva con il gruppo dei tartufi neri, in particolare con il tartufo nero pregiato, con il tartufo scorzone e con l’uncinato.

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