Condannato per aver scacciato con un bastone i ladri dalla sua tartufaia

 

Zola Predosa (Bologna), – “Arrivano a tutte le ore del giorno e della notte, tagliano la recinzione e ignorano i cartelli di divieto di raccolta e ingresso. Così i tartufi del nostro bosco li prendono tutti, ma non noi, che siamo i proprietari. Nella legislazione c’è qualcosa che non va”

Racconta tutto il suo sgomento e la sua rabbia Laurenzo Mignani, veterinario e appassionato cercatore di tartufi a partire dal bosco di famiglia, a San Chierlo di Monte San Pietro.

“Mi hanno appena bocciato la richiesta di rinnovo della riserva ottenuta sulla base della legge regionale per il principio che il diritto di proprietà non spetta a coloro che sono proprietari del terreno.

25 anni fa facemmo recinzione e riserva, ma non basta. Il tartufo raccolto da tutti quelli che hanno il tesserino. E sfido poi chiunque a prendere sul fatto un tartufaio che scavalca la recinzione, magari di notte…”. Due tartufai , invece, sono stati cacciati (con l’aiuto di un bastone) fuori dalla sua proprietà da un pensionato 74enne Zola . Una reazione che gli è costata cara: il Tribunale di Bologna lo ha riconosciuto colpevole di aggressione, lesioni personali e minacce condannandolo alla pena di tre mesi e dieci giorni di reclusione, poi convertiti in una multa da 7mila 500 euro .

Il fatto risale al primo giugno dello scorso anno e la sentenza arrivata recentemente dopo una indagine effettuata dai carabinieri. Le due vittime: nonno e nipote, 65 e 30 anni, intorno alle 23,30 con l’obiettivo dichiarato di allenare il loro piccolo cane da tartufo, attraversarono la siepe che delimita il mezzo ettaro di parco e oasi naturale realizzata vicino al corso del Lavino a poca distanza da Palazzo Albergati.