Come diventare Commerciante di Tartufi

Prima di addentrarci negli aspetti tecnici, che accomunano tutti i soggetti  che vogliono  intraprendere la via di un attività commerciale, è bene sottolineare  che nel mondo del tartufo, fatta eccezione per il consumatore, ciascuno degli “interpreti” , per cosi dire, che partecipano alla loro compra vendita sono dei COMMERCIANTI, ad iniziare dal tartufaio, che di fatti deve adempiere anch’egli  a degli oneri fiscali per poterlo commercializzare, anche se in misura minore rispetto ad un tartuficoltore ed/o un ristoratore. Di fatti, fatta eccezione per quest’ultimo, entrambe le figure andranno a concorrere, insieme a noi nella distribuzione del prodotto.

In parole povere, non essendoci un mercato all’ingrosso dove potersi rifornire, si è: tutti contro tutti. Ragion per cui, per il suo reperimento è necessario fare affidamento ad un raccoglitore, o in alternativa, creare una rete di cavatori da cui approvvigionarsi . Non prima però, di aver consolidato il business. In quanto, se pur vero che i prezzi a monte sono di gran lunga inferiori, bisogna tener presente, e prendere dimestichezza con il fatto che bisogna far fronte all’onere  di ritirare  i frutti del loro raccolto TUTTO E SEMPRE.

Questo si traduce nel prendere familiarità con il calo di peso fisiologico del tartufo, oltre a quello dovuto dal lavaggio e spazzolamento della terra che avete pagato, è il caso di dirlo, a peso “d’oro”, unitamente allo  spezzato, trito e begattinato

Venendo al dunque, prima di accingersi è estremamente raccomandabile rivolgersi a dei consulenti, che vi aiuteranno a scongiurare, quanto più possibile, controversie di tipo legale. In quanto, le normative per la vendita degli alimenti, ed in particolar modo quello del tartufo sono molto stringenti, come ad esempio la sua etichettatura, conservazione , provenienza ecc. Dando per scontato che siete già a conoscenza del fatto che è necessario iscrivere l’azienda alla camere di commercio.

Arrivati a questo punto vi siete potuti fare un idea su come  rifornirvi di tartufi e messo mani al portafoglio per delle consulenze e dei corsi Haccp  che hanno portato via, unitamente a quanto sopra: Partita iva e camera  commercio qualche centinaio di euro

Ora, il commercialista,  è pronto a rivelarvi la sua parcella, che, solitamente, si aggira intorno ai 2000/2,500 euro annui. Un aspetto, questo, che potrà sembrarvi quasi certamente esoso, ma mai quanto quello dei contributi previdenziali INPS

Se  a questo punto siete già esausti, mi spiace informarvi che non avete ancora iniziato: è giunto il momento di redigere un Business Plan che vi aiuterà, oltre che nel prendere coscienza dei costi di un eventuale affitto per il locale, delle utenze (luce,acqua,gas,) e delle attrezzature per la conservazione e trasformazione, anche quelli legati strettamente sotto il profilo marketing, come ad esempio il bacino d’utenza, il target di riferimento, la concorrenza e per ultimo ma non per importanza le spese pubblicitarie, che sono l’anima del commercio, (Sito web, insegne, volantinaggio…)

Fatto questo, siete finalmente consapevoli di quanto tempo occorre  per rifarvi del vostro investimento ed entrare finalmente in attivo.E se la vostra decisione è quella di provarci non mi rimane che augurarvi in bocca a lupo