Umbria, aperto bando per la tartuficoltura, risorse per 400 ettari di tartufaie.

È stato attivato il bando della Regione Umbria per la creazione e lo sviluppo della filiera corta nel settore del tartufo. pubblicato oggi  mercoledì 17 sul bollettino ufficiale della Regione Umbria e che segna l’avvio del percorso per la costituzione e la realizzazione di un progetto di filiera incentrato sulla tartuficoltura. Vale 5,4 milioni di euro del programma di sviluppo rurale, di cui 4,4 destinati alle imprese agricole e un milione alle agroindustriali che operano nella trasformazione e commercializzazione.

L’assessore all’agricoltura

«Con queste risorse verranno impiantati oltre 400 ettari di tartufaie coltivate per la produzione di ‘Tuber melanosporum’,

– sottolinea l’assessore – e di tartufi delle altre specie coltivabili, adottando moderni protocolli agronomici di coltivazione e di assistenza durante tutto il ciclo biologico delle colture e definendo specifici protocolli per la certificazione dei prodotti della filiera e per la tracciabilità delle produzioni, così da ottenere tartufi di genetica e qualità certificata, dotati di caratteristiche merceologiche di pregio.

L’Umbria svolge un ruolo di primissimo piano a livello nazionale ed estero nel settore, dove è leader per la produzione e la lavorazione del tartufo – rileva Morroni –. Un settore che assume grande importanza anche quale traino per la valorizzazione e la promozione turistica di tutta la regione».

Viene visto come un settore di mercato a «costante crescita» per i prossimi decenni «con una aumentata domanda nelle aree tradizionali, Stati Uniti e Unione europea, sia per l’apertura di nuovi mercati, quali l’estremo oriente. Al tempo stesso, il prodotto nazionale non riesce a coprire il fabbisogno delle aziende di commercializzazione e trasformazione e della ristorazione: il deficit di produzione è più significativo nella gamma del prodotto di qualità elevata. La tartuficoltura può, quindi, rivestire un ruolo determinante per rispondere alle richieste del mercato».

Viene sottolineato come l’Umbria, nonostante sia la patria del tartufo, non presenta una vasta area di tartuficoltura, per cui questo nuovo percorso potrebbe portare a un «rilancio anche per le aree terremotate» che presentano un ecosistema naturale particolarmente favorevole a questo prodotto, oltre che una importante rete di aziende agricole e agrituristiche

Fonte: umbria24.it