Trisobbio – «Paghiamo il tesserino e non possiamo entrare in queste aree!»

Trisobbio – «Paghiamo il tesserino e non possiamo entrare in queste aree!»

Trisobbio – Il settore tartufo negli ultimi anni ha suscitato grandissimi interesse a livello politico questo ha portato numerosi assessori e politicanti dell’ultima ora a inneggiare alle potenzialità economiche che il fungo ipogeo potrebbe portare nei loro territori. Una manna dal cielo si direbbe, invece no. Di fatti oltre alle belle parole di solito segue il nulla, una totale mancanza di cultura tartufigena oltre che associazioni di categoria assenti hanno portato a divieti e legislazioni assurde. Questa volta a farne le spese sono i tartufai di Trisobbio che nelle tartufaie gestite direttamente dai consorzi non possono entrare. In particolare c’è ne una estesa per 23 ettari,

Paghiamo un tesserino – sbottano Massimo Cavanna, di Tagliolo, e Giorgio Crini, di Casaleggio Boiro – e non possiamo entrare in queste aree. Chi fa parte dei consorzi di gestione ha via libera ovunque. E’ un controsenso”.

Di norma le tartufaie vengono affidate in comodato d’uso con accordi validi per cinque anni. Chi le gestisce deve assicurare alla Provincia la corretta manutenzione del terreno, in particolare delle piante tartufigene, tigli, pioppi, querce.

“Non tutti i consorzi – ammoniscono ancora i cercatori in subbuglio – rispettano le regole”.A Trisobbio – spiega il presidente del Consorzio Locale Gianluigi Giacobbe – l’opportunità l’abbiamo sfruttata nel 2009. Prima era il caos. I cercatori arrivavano da ovunque, lasciavano rifiuti, disordine, danni, si spingevano nei cortili”.

I dati provinciali parlano di 5 mila piante tartufigene libere. Ma chi protesta fa notare che in alcuni casi la aree delimitate sono più estese rispetto a quanto pattuito.

“Cerchiamo di rispettare i “trifulau” – prosegue Giacobbe – liberi, restando a cercare a casa nostra. Ma senza il nostro lavoro di tartufi non ce ne sarebbero quasi più. “Le tartufaie – fa notare la Provincia stessa – se ben organizzate, sono uno strumento per manutenzione e valorizzazione del territorio, in grado di limitare anche l’arrivo indiscriminato di cercatori da molto lontano”.

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