San Pietro Avellana – La “Mafietta del tartufo “Vandalizzata l’auto di un cavatore

A pochi giorni dalla riapertura delle zone tartufigene, ormai tristemente note, per la strage di cani da tartufo, sembra non avere fine  lo strascico di polemiche che San Pietro Avellana sembra aver attirato su di se. Di fatti, la “mano nera” che come testimonia un TG locale, i residenti definiscono: La Mafietta del tartufo” ha colpito ancora, come certifica L’associazione Nazionale Tartufai Italiani, il cui presidente, tra l’altro, nelle ultime ore è stato oggetto di pesanti critiche per aver preso posizione, contro la riapertura.

Il senso di impunita che li pervade ha portato i soggetti di cui sopra, non solo a perpetuare condotte criminali, ma anche a minacciare in modo PER NULLA  velato e pubblicamente ,a fare  da cornice ad una vicenda che per certi versi ricorda i drammatici fatti passati alla storia della cronaca Italiana, con il nome : La banda della Uno bianca.

 

Di seguito la lettera aperta dell’ associazione nazionale tartufai italiani

Il presidente dell’Associazione Nazionale Tartufai Italiani chiede la revoca dell’ordinanza del 7 dicembre che riapre San Pietro Avellana.
Basta violenze, Basta Minacce, basta Mafie e avvelenamenti.
ecco le Pec Inviate:
Alla Prefetta di Isernia
Dott.ssa Franca Tancredi
Alla Sindaca di San Pietro Avellana
Simona De Caprio
Oggetto: Violazione Ordinanza 12 Luglio 2019, Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati.
In data 7 dicembre la Sindaca di San Pietro Avellana ha revocato l’ordinanza di divieto di accedere nei boschi dove sono stati avvelenati i cani da tartufo in data 18 novembre 2023.
La stessa ha agito senza rispettare l’Ordinanza del 12 luglio 2019 che prevede all’Art 7 al punto 2 di conferire alla Prefettura, al fine di coordinare la gestione degli interventi da effettuare e di monitorare il fenomeno, di attivare un tavolo di coordinamento presieduto dal Prefetto o da un suo rappresentante-
Come Associazione Nazionale Tartufai Italiani abbiamo chiesto in data 27 novembre, al Prefetto di istituire un tavolo di confronto con Sindaci, Carabinieri Forestali e assessore all’agricoltura del Molise sui fatti di San Pietro Avellana come previsto dall’Ordinanza del Ministero della Salute per illustrare anche le nostre proposte e soluzioni affinchè ciò che è accaduto non accada più.
Rimaniamo allibiti di tale riapertura senza che il Prefetto abbia istituito il tavolo previsto e ci giungono notizie di una macchina parcheggiata e danneggiata in data 10 dicembre da ignoti
Per tale ragione come Rappresentante Legale dell’Associazione Nazionale Tartufai Italiani chiedo al Prefetto di far rispettare tale Ordinanza del Ministero e di far revocare alla Sindaca l’ordinanza della riapertura.Chiediamo inoltre alla Sindaca entro giorni 5 dal ricevimento di questa nostra nota, di revocare la delibera del 7 dicembre che riapre le zone oggetto di atti criminali nei confronti dei cani e dei loro proprietari, per non incorrere in possibili esposti al TAR da parte dei nostri legali e ad eventuali denunce di Abuso di atti d’ufficio su cui stanno lavorando i nostri legali
L’Art. 7 dell’Ordinanza sopra citata cita testualmente:
Art. 7
1. Il sindaco, a seguito delle segnalazioni di cui all’art. 4, da’
immediate disposizioni per l’apertura di un’indagine da effettuare in
collaborazione con le autorita’ competenti. Entro quarantotto ore
dalla ricezione del referto dell’istituto zooprofilattico
sperimentale che non esclude il sospetto di avvelenamento o la
presenza di sostanze tossiche o nocive in esche o bocconi, provvede
ad individuare le modalita’ di bonifica del luogo interessato, anche
con l’ausilio di volontari, guardie zoofile o nuclei cinofili
antiveleno e organi di Polizia giudiziaria, nonche’ a segnalare, con
apposita cartellonistica, la sospetta presenza nell’area di esche o
bocconi avvelenati e a intensificare i controlli da parte delle
autorita’ preposte nelle aree considerate a rischio sulla base di
precedenti segnalazioni.
2. Al fine di coordinare la gestione degli interventi da effettuare
e di monitorare il fenomeno, le prefetture attivano un tavolo di
coordinamento presieduto dal prefetto o da un suo rappresentante,
composto da:
a) un rappresentante della regione o della provincia autonoma; b) un rappresentante del servizio veterinario delle aziende
sanitarie locali competenti per territorio;
c) un rappresentante del Comando unita’ forestali, ambientali e
agroalimentari (CUFAA);
d) un rappresentante dell’istituto zooprofilattico sperimentale
competente per territorio;
e) un rappresentante delle guardie zoofile;
f) uno o piu’ rappresentanti dell’Ordine provinciale dei medici
veterinari.
3. Detto tavolo e’ integrato, all’occorrenza, dai sindaci e dai
rappresentanti delle Forze dell’ordine dei comuni interessati dal
fenomeno.
Per associazione Nazionale Tartufai Italiani
Riccardo Germani