La scelta del trattore – tartuficoltura

La scelta del trattore 

La scelta del trattore – Una cosa spesso, se non sempre, sottovalutata, o per meglio dire, non presa in considerazione dai neo tartuficoltori sono le operazioni colturali che una tartufaia coltivata comporta. A cominciare ad esempio dallo sfalcio delle erbe a cui far fronte non è sufficiente un semplice decespugliatore e quando questi se ne accorgono è ormai troppo tardi. 

La tartuficoltura richiede tempo e costanza come ogni lavoro che rientra nell’ambito dell’agricoltura e coltivare tartufi lo è a pieno titolo. Quindi, messa da parte l’euforia pensiamo alla scelta del trattore, alleato indispensabile per chi ha una tartufaia coltivata degna di questo nome e che ci possa aiutare nei lavori più disparati e solo per citarne alcuni: trinciatura delle erbe, sarchiatura, ecc. ( Calendari delle operazioni colturali per ogni specie

Le caratteristiche ideali:

Uno degli elementi da prendere in considerazione è la larghezza che abbiamo a disposizione e questo dipende molto dal sesto di impianto e dall’albero simbionte scelto, oltre che dalle caratteristiche del terreno inteso come composizione e pendenza. A prescindere da tutto questo il trattore ideale per un tartuficoltore deve essere stretto oltre a non avere la cabina, o quanto meno quest’ultima, è meglio che sia smontabile in quanto la cabina potrebbe danneggiare le fronde degli alberi durante le operazioni colturali.

Prima di addentrarci nel discorso economico va detto e sottolineato che in ogni coso è meglio affidarsi ad un concessionario che offra l’assistenza e non sia troppo vicino a dove risiedete perché forti del fatto che sono più a portata di mano tendo a fare prezzi più alti.

I fattori che potrebbero far lievitare il prezzo sono scelte del tipo tecnico, come ad esempio il cambio meccanico con inversore idraulico, freni rimorchio idraulici, ecc e per ultimo ma non per importanza, la marca.

Se il trattore che andrete ad acquistare sarà dedicato esclusivamente alla tartuficoltura vi invito a prendere in considerazione l’acquisto di uno usato e a tal proposito, ne approfitto per ripercorrere con voi un po’ di storia.

La produzione di queste macchine coincide con l’inizio dello sviluppo industriale italiano.

È la Landini, una delle prime fabbrica di trattori in Italia fondata nel 1884, a lanciare la meccanizzazione delle lavorazioni agricole, affidate fino a quel tempo solo alla fatica degli animali e dell’uomo, inizialmente con locomobili a vapore, dal 1910 con motori testacalda, quindi dal 1928 con trattori sempre testacalda e dagli anni sessanta con i motori Diesel.

Nei primi anni del XX secolo nascono altre aziende che producono trattrici e attrezzature agricole per la lavorazione del terreno. È in questo periodo che nasce la Pavesi P4 a 4 ruote motrici e la Fiat Trattori, che con il modello 25R del 1951 divenne uno dei primi produttori di trattori in Europa. La maggior parte è concentrata ancora oggi nella pianura padana.

In tempo di guerra 1942 sono sorte nuove case costruttrici di trattori tra cui la SAME.

Nell’immediato dopoguerra l’assoluta penuria di trattori e la relativa abbondanza di mezzi in origine militari, fece sì che nelle zone agricole il fabbro di paese provvedesse al montaggio di pezzi staccati (motore, telaio, cambio, ecc.) che presero il nome confidenziale di carioca,mentre in linguaggio burocratico vennero definiti derivati. Da tale esperienza sorse la Lamborghini Trattori nel 1948, oggi facenti parte della nuova multinazionale italiana SAME Deutz-Fahr, a cui appartiene anche la svizzera Hürlimann (acquistata nel 1977), che si colloca al quarto posto nella graduatoria mondiale dei costruttori di trattori.

La Fiat ancora oggi con la sua controllata CNH, controlla una fetta importante del mercato agricolo.

I trattori Italiani più famosi in Europa e nel Mondo sono: