La raccolta della resina degli alberi simbionti

La raccolta della resina degli alberi simbionti

La nuova normativa fiscale, meglio conosciuta come F24, ha portato alla luce vecchi mestieri, oltre che ulteriori risorse del bosco. Uno dei più antichi e altrettanto dimenticato è senz’altro la raccolta della resina (codice prodotto R) che viene ricavata da numerose conifere simbionti di tartufi come il Tuber Borchii il Brumale e il Moscatum , solo per citarne alcuni.

Allora andiamo a conoscerla meglio, considerando  che, ancora oggi, viene impiegata per numerosi prodotti. Ragion per cui può rappresentare un ulteriore risorsa economica per tartufai e tartuficoltori

Dalla  resina  si possono estrarre alcune sostanze tra cui la trementina. La  si può ricavare, come già detto, da conifere simbionti come il pino silvestre, il pino marittimo, ecc.

Esistono quindi vari tipi di trementina a seconda dei luoghi di provenienza, dalle specie di conifere da cui è estratta. La più apprezzata è quella di larice ( Tartufo Marzuolo o Bianchetto) .

La resina  viene prodotta dalla secrezione spontanea o provocata dall’uomo. Ed è sul fenomeno della secrezione dalle ferite e dalle malattie della pianta che si basa la raccolta della trementina.

I fori praticati nella pianta allo scopo di estrarre la resina sono in realtà una profonda ferita che stimola la pianta a produrre resina per automedicarsi.

Dalla distillazione si ottengono due prodotti: la trementina e la colofonia. La trementina è  comunemente conosciuta come acqua ragia, la colofonia detta anche pece greca è il residuo solido  della distillazione.

il suo olio essenziale si può impiegare per Suffumigi per bronchite e asma, lavande vaginali, tagli e abrasioni, distorsioni e tanto altro