Il Vero Tartufaio – Racconto

Il Vero Tartufaio – Racconto

Il Vero Tartufaio – Racconto –  Una visione nostalgica e romantica della figura del tartufaio, tratta dal libro: Il Lagotto Romagnolo storie di cani e tartufai

Andare in «pastura» è un’arte, una scienza e nello stesso tempo un piacere delicato e vivissimo; ma per gustare pienamente questo piacere bisogna amare i cani e amare la campagna.


Il vero tartufaio prova una gioia sensuale e deliziosa a  camminare sotto gli alberi d’alto fusto nelle ore dorate del crepuscolo, a scalare le montagne nella luce profumata del mattino, a bagnarsi nelle nebbie
leggere che montano dalla valle, a sentirsi in seguito carezzati dal buon sole del mezzogiorno che fa scricchiolare la corteccia delle querce.

Godere della solitudine, del raccoglimento di certi paesaggi, cosi dolci che sembrano gli amici che noi amiamo teneramente.

Nelle bellissime notti di luna, piena, quando al suo chiarore il contorno delle cose sembra farsi più netto, quando si vede tutto, vicino e lontano, ma in modo quasi surreale con tutta la gamma dei colori immaginabili, con le ombre che non sono ombre ma punti scuri quasi palpabili , quando al primo alito di brezza sembra che tutto il mondo circostante sia in movimento dando l’impressione di non essere mai soli.

Il tartufaio e il suo cane sono li, parte integrante di quella vita notturna. Essi ammirano la vita animale che, in quella luce, si manifesta improvvisa, con un sobbalzo, un fremito,  uno scrosciante e repentino battito di ali.

Altre notti invece sono buie di un buio profondo. Non spira un alito di vento: uomo e cane hanno la sensazione  che l’inverno sia fermo, senza vita, oppure in attesa di chi sa quale evento. Altre notti sono tempestose: tutto ciò che circonda quei due esseri solitari è un mistero.

Nelle notti calde e afose quando la visibilità è buona, uomo e cane si siedono in riva al fosso, a mezza costa, e ascoltano, in preziosi momenti di riposo fisico e spirituale, i suoni ovattati della vita notturna, con profumi e colori inimmaginabili per colui che sente la notte nemica.

Essi percepiscono la sottile fragranza di profumi che danno un lieve prurito al naso, ascoltano, in completa pace, i sospiri, i muggiti e poi i belati degli agnelli, il bramito del daino o del capriolo, i grufolamenti dei cinghiali, i guaiti sommessi della volpe che mai s’indovina dove
possa essere e il canto monotono e scandito dei rapaci notturni.