Dove sono le tartufaie? Te lo dice il giornale

La parola tartufi è da sempre sinonimo di natura, guadagno, ma soprattutto, Segretezza. La gelosia che ogni tartufaio ha verso i propri posti ha dell’inverosimile. I tartufai di un tempo non dicevano nemmeno alle loro mogli dove erano le pasture.
Oggi la tendenza è cambiata, (Forse troppo?), sotto accusa c’è il web in generale, ma soprattutto i social network che tra gruppi, pagine e quant’altro rendono più accessibili informazioni che un tempo venivano tramandate solo da padre in figlio.
Un esempio lampante del fenomeno è un articolo pubblicato su un quotidiano abruzzese (Il Centro) che non si limita a elogiare un esemplare di Magnatum Pico di 400 grammi ma ne indica anche il luogo del suo ritrovamento invitando, e nemmeno troppo velatamente, ad andare a cercare in quelle zone, che fino a poco prima non venivano considerate idonee per il tartufo bianco. Di seguito riportiamo integralmente l’articolo in questione, che a parere di chi scrive è uno spot pubblicitario.

TAGLIACOZZO. Un tartufo bianco, del peso di circa 400 grammi, il cui valore si aggira sui 3mila euro, è stato trovato in Valle di Luppa, tra Sante Marie e Carsoli. Il ritrovamento, fatto da Luca Panella, un artigiano di Tagliacozzo, è avvenuto in una zona ritenuta finora non adatta al tartufo bianco. Panella, che fa parte dell’associazione Tasmeda, auspica «la tutela delle zone in cui il tartufo è presente e incentivi per la promozione di un’attività redditizia».