Asti: Rimborsi, polemiche e tartufai

E’ notizia di qualche settimana fa di quella tartufaia rasa al suolo dopo fantomatici e “Taciti Accordi” con il proprietario dei terreni, che ha portato alla ribalta l’annoso problema della tutela dei suddetti. Questa volta a salire agli onori della cronaca sono i rimborsi che le commissioni agricole comunali erogano per evitare l’abbattimento (legittimo) delle piante tartufigene. Ma anche qui da buoni tartufai riescono a cavarne qualcosa.

Da un articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa di Asti:

«Per noi si tratta di appropriazione indebita di denari pubblici. O questo malcostume finisce, o all’inizio dell’anno partiranno raffiche di denunce a organi di polizia e magistratura». Giacomo Carpignano ed Ercole Concetti, presidente e dirigente operativo della «Liberi cercatori» di Asti tornano all’attacco sull’equo indenizzo ai proprietari di piante tartufigene. Si tratta di  rimborsi che da oltre un decennio la Regione riconosce- attraverso le commissioni agricole comunali- a chi possiede piante madri. La condizione è che lascino libero accesso nei loro terreni ai trifulau. Per 3 anni, l’indenizzo era stato sospeso. Nel 2015 è stato ripreso con 8,5 euro.  

La protesta 

Secondo Carpignano e Concetti «su 17.213 piante sovvenzionate, almeno il 35 per cento non ne ha diritto. Piante inesistenti segnate a matita su un foglio, o spettanze di trifulau morte percepite dagli eredi- sostengono i due- Siamo pronti a chiamare in causa la Regione, l’Ipla e le commissioni agricole dei Comuni». La «Liberi cercatori», appoggiata dalla stessa associazione di Alessandria, dopo i colloqui con l’assessore regionale Alberto Valmaggia, e i funzionari dell’Ipla di Torino, è entrata in possesso dell’elenco dei beneficiari e del numero di piante ad essi correlato.  

I controlli promessi 

«Non avendo avuto risposte negli ultimi mesi sui controlli promessi- puntualizzano Carpignano e Concetti- non possiamo accettare ancora che ci siano casi di pagamenti non dovuti». Il riferimento è alla legge regionale che prevede il rimborso nella misura di 25 piante ad ettaro, che stride rispetto a certi numeri di un elenco dove pure molti Comuni sono in regola.  

Il «caso Moncalvo» 

Nel caso di Moncalvo gli assegnatari sono meno di una decina e nessuno supera le 12 piante. «Insistiamo nel ribadire l’urgenza di controlli severi dalle 25 piante a persona in su e di indennizzare chi ne ha diritto con 25-30 euro a pianta». L’associazione chiede inoltre che le piante «indennizzabili» vengano controllate direttamente dalla comunità dei trifulau. Ma aggiunge anche una provocazione. «La Regione dovrebbe istituire due tipi di tesserino: oltre a quello da 140 euro annui, sarebbe bene che venisse introdotta una tassa di 1.000 euro per ogni trifolau delle tartufaie associate».

Fonte:  La stampa di Asti

Ancora una volta si è persa l’occasione di intraprendere un dialogo costruttivo, per far spazio a beceri interessi personali, che rendono protagonisti sentimenti quali arroganza e prepotenza in nome di un diritto ormai divenuto merce di scambio.