Abruzzo: il comune di Cappadocia vuole abbattere 100 ettari di faggete

 Il Comune di Cappadocia, in provincia dell’Aquila, vuole sottoporre a taglio commerciale quasi 100 ettari delle faggete dei Monti Simbruini con alberi di oltre 120 anni e abbattimento di migliaia di piante tra cui esemplari di 1 metro di diametro.
“Si tratta di due progetti distinti rispettivamente su 42 e 56 ettari presentati nel giro di pochi giorni dal Comune alla Regione Abruzzo per l’autorizzazione. L’area è sottoposta a stretto regime di tutela essendo sia Zona Speciale di Conservazione sia Zona di Protezione Speciale a livello comunitario per la presenza di specie e habitat particolarmente protetti”, scrivono la Stazione ornitologica abruzzese, la lega italiana Protezione uccelli e Salviamo l’orso, “stiamo parlando di un sito fondamentale per orso bruno, picchio dorsobianco, balia dal collare e tante altre specie rarissime e minacciate.  Gran parte di questi organismi ha bisogno per vivere di faggete vetuste con grandi alberi. Le associazioni hanno depositato puntuali osservazioni nel procedimento di Valutazione di incidenza Ambientale rilevando palesi carenze negli elaborati rispetto alle informazioni obbligatorie previste dalle norme, come le Linee guida nazionali sulla Valutazione di Incidenza Ambientale del 2019″.
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La Faggeta di Cappadocia è anche un sito di  notevole rilevanza tartufigena non solo per il territorio Aquilano ma per l’ Abruzzo intero. Di fatti, Fabio Cerretano, presidente della federazione nazionale dei tartufai Italiani sottolinea il ragguardevole ruolo economico e lavorativo  che ricopre quella zona per migliaia  di tartufai della regione, tanto che , a ragion veduta,  cita come monito l’articolo 1 della nostra costituzione.
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A saltare dalla poltrona, altresì Riccardo Germani, presidente della Asso tartufai, che se pur con un approccio meno pragmatico ha voluto, attraverso una nota, palesare il suo dissenso:
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Come Associazione Nazionale Tartufai Italiani chiediamo al Sindaco di Cappadocia di ripensare al suo progetto di profitto a danno della natura e del suo ecosistema, in un paese già dilaniato dalla crisi
climatica e dagli eventi catastrofici di natura idrogeologica, caratterizzati da sempre più rare precipitazioni e da distruzioni di aree boschive a volte per incendi dolosi.
Chiediamo anche al Ministro delle politiche Agricole e forestali e al Presidente della Regione Abruzzo di fermare questo irresponsabile progetto a scapito dei tanti cittadini e per il mero profitto di pochi.
Si evidenzia che l’area coinvolta dal taglio è a stretto regime di tutela, essendo una Zona di Protezione Speciale, con alberi di oltre un metro di diametro e di 120 anni di età, nonché habitat di specie di animali a rischio di estinzione. Una faggeta anche conosciuta dai fungaioli e dai tartufai che da generazioni rispettano e tutelano un patrimonio bene comune del territorio e non solo.
Qualora non si ripensasse questo a progetto come Associazione Nazionale Tartufai Italiani siamo pronti a lanciare una proposta di manifestazione permanente nei boschi di Cappadocia già a settembre arrampicandoci sugli alberi per impedirne il taglio.