Chieti – è già guerra tra Tartufai – 3 cani avvelenati

Chieti – è già guerra tra Tartufai – 3 cani avvelenati

Chieti – Sono già tre i cani morti da avvelenamento in questi giorni nella zona delle campagne di Frisa e Guastameroli. I poveri animali sono spirati davanti agli occhi increduli e angosciati dei loro padroni che nulla hanno potuto fare per tentare di salvarli.

La stagione della raccolta del tartufo secondo la legge regionale abruzzese, a partire dal 15 maggio.

Ma la “guerra” tra tartufai, bracconieri e cercatori abusivi inizia a partire già dai primissimi giorni di primavera. Ne sanno qualcosa i proprietari di cani tartufo che sono presi di mira da bracconieri senza scrupolo. I tre cani deceduti in località Collalto di Frisa hanno riportato evidenti sintomi da avvelenamento.

La rapidità del decesso lascia, inoltre, presumere ad un potente veleno che è stato somministrato con del pesce del tipo sgombro. Una carcassa di cane è stata trasferita all’istituto zooprofilattico Caporale di Teramo per gli esami anatomopatologi. Un proprietario e ricercatore ha rinvenuto sul posto anche un guanto monouso impregnato dell’odore di pesce.

Il timore di molti è, ora, che la zona interessata dall’avvelenamento, poichè ricade a poca distanza dal centro abitato di Guastameroli, frazione di Frisa, potrebbe essere frequentata da ricercatori di asparagi che, approfittando di belle giornate, si accompagnano ai loro cani. Il sospetto, inoltre, è che la presenza di sostanze tossiche possa interessare anche più di una zona.

Due anni fa nello stesso posto fu incendiata una macchina che apparteneva ad un tartufaio e furono trovati diversi bocconi avvelenati, mentre la scorsa primavera alcuni cani sono morti avvelenati in contrada Nasuti a Lanciano. Gli esami anatomopatologi hanno poi confermato la presenza di stricnina, potente veleno ritirato dal commercio da decenni.

E ad essere prese di mira dai cercatori abusivi sono anche le zone collinari della provincia di Chieti, in particolare della Marrucina, tra Ortona e Crecchio, dove le tartufaie vengono “zappettate” per la ricerca del prezioso tubero. Una pratica non solo illecita, ma anche nociva per la proliferazione dei tartufi, dato che le tartufaie per formarsi hanno bisogno di un periodo di sei-sette anni.

La polizia provinciale di Chieti, nei giorni scorsi, è riuscita ad intercettare e verbalizzare dei cercatori abusivi, provenienti da fuori regione, nelle zone tra Crecchio e Ortona, e colti nell’atto della zappettatura delle tartufaie. Gli abusivi sono stati multati con sanzioni che partono da un minimo di 1500 euro e i tartufi così raccolti sono stati confiscati.

Fonte: IlCentro