Ravennate : Altri due lagotti avvelenati

Ravennate : Altri due lagotti avvelenati

Ravennate , 22 novembre 2013 – Cresce la preoccupazione ma anche la rabbia tra i tartufai e in generale tra i proprietari di canidopo la segnalazione di altri due casi di ‘Lagotti’, morti nel giro di poche decine di minuti con ogni probabilità dopo aver ingerito un boccone avvelenato. La conferma arriva da Luigi Pelliconi, presidente sia del Crater (Comitato regionale associazioni tartufai Emilia-Romagna) che dell’Unione Provinciale Associazione Tartufai: “Il primo decesso in ordine di tempo – precisa — è avvenuto sabato scorso intorno alle 8.30 in un parco pubblico di Bagnacavallo. Area che, secondo quello che mi è stato riferito, è frequentata anche da bambini e ragazzi, ed nella quale è consentito il passeggio dei cani e quindi anche l’eventuale ricerca di tartufi. Intorno alle 8.30 un signore  residente in una frazione bagnacavallese ha visto morire in pochi decine di minuti la propria bestiola, probabilmente dopo aver ingerito un boccone avvelenato.L’altro caso risale a questa mattina (ieri per chi legge, ndr), in via Canale Fusignano, nella cosiddetta zona del ‘Palazzone’, in un’area manutentata dall’Associazione Tartufai della Provincia di Ravenna, dove sono presenti per un tratto di circa mezzo chilometro alberi in grado di produrre tartufo. A morire, anche in questo caso verosimilmente per avvelenamento, è stata una cucciola di Lagotto di 4 mesi appartenente ad un 40enne di Maiano Monti”. 

Stando al racconto di un ‘tartufaio’ che abbiamo incontrato ieri proprio in via Canale Fusignano, la cagnetta stava ‘forando’ a pochi metri dall’auto del padrone, quando improvvisamente ha emesso un urlo ed ha perso i sensi. Il proprietario l’ha subito trasportata dal veterinario, ma nonostante alcune flebo è morta intorno alle 13. Alla luce di questi ulteriori casi, che vanno ad aggiungersi al Lagotto morto domenica a Villa Pianta e al cane di un tartufaio di Alfonsine salvato in extremis, Luigi Pelliconi è molto chiaro: “Nel caso di Bagnacavallo e della zona del ‘Palazzone’ le due carcasse dei cani sono state consegnate presso la sede di Lugo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale. Per ora non ho elementi per parlare di un nesso tra i tre episodi. Occorre attendere l’esito delle analisi. Se si appurasse che il veleno utilizzato è lo stesso in tutti e tre i casi, allora non ci sarebbe dubbio che si tratti della mano dello stesso avvelenatore. Ovvio che i tre episodi sono molto gravi anche se ad agire fossero stati altrettanti avvelenatori. Nel caso di Bagnacavallo ho provveduto ad informare il sindaco Laura Rossi affinchè l’amministrazione possa attivarsi per la bonifica. Mi permetto di raccomandare a tutti i tartufai di prestare la massima attenzione perché questi bocconi, essendo collocati sotto pochi centimetri di terra, vengono purtroppo scambiati dal cane come tartufo o tartufo cosiddetto ‘matto’. La questione si sta facendo seria, per non dire  drammatica. Gli organi di competenza devono svegliarsi, perché i tartufai ‘perbene’ non possono essere lasciati soli”.

Fonte: Luigi Scardovi – ilrestodelcarlino.it

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