Poesia piemontese sul tartufo (tradotta in italiano)

Poesia piemontese sul tartufo (tradotta in italiano)

il tartufo, il tartufo
ma chi prima che arrivi la stagione di cercarlo
lo studierà per più di un minuto
è dirà che di tutte le scoperte è la più bella

dite quel che volete ma è un gran piacere
mettersi li dolcemente, piano, a grattarla
attenzione però se vi prende lì per lì
il profumo e la voglia di pacioccarla piano

che se prima era a forma di pallina è assai buona da trovare
da grattare a scaglie morbide
in una fonduta candida e vellutata per coronare un buon pranzo
ma il colmo e che si faccia mangiare crudo mentre lui è fatto per essere cotto

dove cercarla? chi va cercando il tartufo che impari a conoscere il terreno
per non andare tribulando per pianure e colline per niente
prima di tutto, schivare le terre grasse, la terra che si impasta con le vostre mani
dove lo zappino lucente che piantate dentro ne esce infangato

le pianure che fanno il grano non sono per i tartufi
come nemmeno dalle erbacce e dall’asfalto dalle ortiche,
non cresce sugli alpeggi dove la brina fino al tramonto fa bianco il terreno
gira alla larga delle rovine delle case e dalle boscaglie e portano le more

cerca sempre un punto esposto al sole
perchè il tartufo proprio nel momento in cui il sole dietro al monte nasce
vedendo la luce nonostante sotto la terra stia
al momento giusto con le radici si accompagna

altra cosa il tartufo francese, e quello nero? un altra cosa ancora
ma cerca prima il cane, prima del tartufo non del colore della notte
lo perderesti se vai cercando al lume di lanterna
in una notte senza sette e senza luna

compralo già addestrato e meglio ma dove se non da un tartufaio che povero diavolo e già vecchio e andato?
oppure pensi di ammaestrarlo tu? allora attento che ti insegno il metodo
prima di tutto ti converrà sceglierlo della razza giusta appena svezzato
prenderne magari 2 che abbiano la stessa maniera di giocare e molarsi i denti nelle pantofole e svelti scappare via

e guardando la testa deve avere il muso a punta ed il naso bello grosso
l’annata conta, le zampe non troppo piccole e non troppo grandi
il cane giusto non può avere una madre cresciuta alla catena a guardia della stalla
non farà per te

ma tu vorrai sapere come il primo tartufo è capitato nelle mani di noi poveri mortali
e quando la storia racconta che Teleo re della Grecia e Teti regina del mare si sono sposati
e sono venuti per festeggiare , pensa,
dalla terra dal cielo e dal mare gli dei e tutti quanti con un bel regalo

allora era il tempo in cui gli dei non volevano girare per la terra
e proprio Giove, allora il padre eterno, scese dall’Olimpo che si trovava attaccato al cielo
ed andò al matrimonio con cibarie dalla terra, e fra canzoni piatti e bicchieri traboccanti
li alla fine dopo una fila di pietanze di ogni sorte su un bel piatto d’argento

ecco che arriva portata dalla grande madre, la nostra terra, il primo tartufo,
SI! Il primo dei nostri tartufi, si riempì la sala del suo profumo e tutti ad aprire gli occhi meravigliati
vedendo questa primizia e a tutti venne la voglia di assaggiarla tanto che si dimenticarono pure della famosa ambra
il divino cibo degli dei.

traduzione a cura di Alexa Bruno franco

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