Intervista a Enrico Strona, il tartufaio gentile

Intervista a Enrico Strona, il tartufaio gentile

Intervista a Enrico Strona, il tartufaio gentile – Riportiamo  l’intervista pubblicata sulla rivista PASSIONE TARTUFO 360 a cura dell’Associazione Tartufai del Monferrato.

Ciao Enrico, chi è il tartufaio gentile? La mia ambizione è che lo siano un po’ tutti!  Sono un addestratore cinofilo che viene da una scuola “gentile” , per passione ho iniziato a fare il tartufaio e ho scoperto che quei concetti base che ci hanno fornito alla scuola per istruttore sono validissimi e utilissimi per avvicinarsi al mondo del tartufo. E’ iniziato tutto come un gioco tra me e il mio cane Saky e sono arrivato a cavare i tartufi con una certa sicurezza riguardo alla performance e con una certa sicurezza anche riguardo alla prestazione del cane.

Ritieni che ci sia una distinzione tra addestrare un cane alla ricerca del tartufo ed educare un cane? Certo. Se il cane è in salute è in grado di imparare qualsiasi comportamento dal più semplice al più complicato. Ci sono tre aspetti fondamentali da non confondere: Il primo è insegnare il comportamento, il secondo è rappresentato dal nostro rapporto con il cane cioè quanto è forte e quanto il cane è disposto a collaborare con noi, a spendere energie e fare sacrifici. Il terzo aspetto riguarda le caratteristiche intrinseche del cane, ad esempio il Lagotto Romagnolo hanno già una predisposizione alla ricerca che rende più agevole il lavoro.

Tu vai in cerca con cani che non sono diffusamente riconosciuti come cani da tartufo, come mai? Sono coerente nel mio pensiero quando dico che il mio cane proviene dall’accoppiamento di un cane lupo italiano e un pastore tedesco, due cani familiari, non è un cane selezionato ne  per lavoro in obbedienza ma neppure per il lavoro della ricerca dei tartufi. Ma in entrambi questi campi mi sta dando molte soddisfazioni. In particolare sulla ricerca del tartufo per me è stata una rivelazione quando ha cavato il suo primo tartufo naturale! Nel primo anno consideravo il lavoro olfattivo un’attività per cani “sfigati”, cioè per cani che non erano in grado di fare obidience, ma la mia opinione è cambiata e anche Saky apprezza molto, ha capito che cercare è bello, si sta liberi nel bosco senza le pesanti restrizioni del campo di obidience! Saky posticipa la marcatura perchè nel campo ad obidience lo deve fare, ma quando siamo a tartufi considerato anche che io lo faccio per hobby lo lascio più libero.

Sei interessato anche alla conoscenza del territorio legato alla cerca del tartufo? Certo, su questo aspetto però mi sento un pò indietro. Insegnare un comportamento per me è semplice ma la conformazione del territorio, riconoscere le piante per me è più complicato, mi sono ritrovato in mezzo alla nebbia nel bosco e dalle sagome ero in grado di riconoscere il pioppo tremulo da quello bianco e nero, ma gli alberi cambiano anche al cambiare delle stagioni, in inverno senza le foglie è più complicato. E poi ritengo che sia necessario conoscere come sono le cose veramente: ci sono tradizioni vecchie sull’addestramento del cane e leggende metropolitane sulla maggiore o minore produttività degli ambienti e degli alberi, ritengo che nel mondo del tartufo ci sia ancora molta divulgazione da fare. Ad esempio a mio avviso il tartufo nero liscio ha un aroma particolare ma non si riescono a trovare ricette per valorizzarlo.

Qual’è il tuo consiglio per i principianti? Il consiglio! Il cane ha imparato a cercare e sa cercare se il tartufo c’è lui lo trova. A questo punto se siamo dei tartufai principianti, nella coppia ora siamo noi i meno esperti, il cane è arrivato ad un alto livello di competenze noi no. Dobbiamo accrescere anche le nostre conoscenze, se noi conduttori non sappiamo dove andare, dove portare il cane, siamo noi che siamo in difetto e non riusciamo a garantire al cane un certo numero di successi. Se non riusciamo a portarlo in posti dove si trovano tartufi naturali rischiamo di fare sgretolare le sue motivazioni! Consiglio inizialmente di portarsi dietro alcuni tartufi nel caso non si trovassero sul naturale, anche se dopo i primi tempi il cane capisce che è un contentino e si stuferà.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Nell’immediato futuro voglio dedicarmi all’educazione cinofila, ho scoperto che mi piace migliorare all’interno dei proprietari l’ opinione nei confronti del proprio cane. Passare da “il mio cane è stupido” a “wow non credevo potesse fare tanto!”. Questo è un risultato che mi appaga tanto,

Tu hai partecipato alla gara di novembre organizzata dall’Associazione ad Acqui Terme, pensi che quando sarà possibile parteciperai ad altre gare? Si quella è stata la mia prima esperianza di gara simulata di ricerca al tartufo. Volevo verificare non tanto le capacità di Saky quanto le sue motivazioni nel lavoro di ricerca. Saky ha due mestieri, tartufaio e atleta di obbedienza sportiva. Il giorno della gara Saky era intimidito dal pubblico ed ha scelto di non cercare e si è rifugiato nei suoi esercizi di obbedienza. Che smacco! Saky aveva due mestieri ma aveva deciso di non fare la sua performance. Voglio sottolineare che i miei cani non sono mai obbligati ad obbedirmi è una loro scelta, quando vedo che non lo fanno capisco che devo modificare il lavoro che faccio con loro, migliorare la qualità dell’addestramento per ottenere risultati di migliore qualità. Appena sarà possibile parteciperemo alle gare per verificare se la modifica sul lavoro fatto è stata sufficiente e Saky potrà, non dico essere vincente ,ma almeno effettuare la sua performance.

Ti stai avvicinando al mondo della tartuficoltura, ci puoi dire qualcosa? In ambito di micorizzazione e tartuficoltura mi sento uno studente al primo anno, studio tanto cercando fonti autorevoli e moderne e provo a giocare con esperimenti vari. Per ora l’unico andato a buon fine è quello di noccioli micorizzati con tartufo nero liscio (tuber macrosporum), ho ancora molto da imparare.