Il Gergo dialettale dei tartufai Romagnoli

Il Gergo dialettale dei tartufai Romagnoli

Termini originali in dialetto romagnolo in uso fra i tartufai

Andè  a tartòfla : Andare a trifola, andare a cercar tartufi.

Bagarètta : Al secolo Oreste Gardelli (1865/1941) di Imola, suonatore di fisarmonica nonché commerciante di cani da tartufi e fra i più attivi diffusori del Lagotto nelle vallate dell’Appennino Romagnolo.

Bianchét : Tartufo bianchetto o marzuolo (il primo è
detto anche «di pineta», il secondo «di bosco») (Tuber al bidum Pico  Tuber borchii Vittadini)

Bulè : Bollata: particolare zona molto ristretta di una
«pastura» dove si trova molto tartufo tutto insieme (ha lo stesso significato di vena d’oro, d’argento, ecc.).

Bulè bòna : Bollata buona di tartufo bianco.
Càn Barbari : Cane barbone.
Càn da Val – Cane da valle, usato dai vallaroli per il riporto degli uccelli acquatici.

Càn Lagòtt o Lagòt : Cane Lagotto.
Càn Rézz : Cane riccio. Antico nome con cui veniva
chiamato il Lagotto, ancora oggi usato qualche volta dai vecchi tartufai romagnoli.

Càn Tartofl’lèr : Cane da tartufi.
Dare : Dicesi di pianta quando produce il tartufo.
Dòv éla : «Dove è essa!» (la trifola). Incitamento del tartufaio al cane durante la cerca del tartufo per tenerlo concentrato

Furé e Furéda : Forare e forata. quando il cane esegue, da solo, o aiutato dal tartufaio, il buco nel quale si trova il tartufo.
Lagòtt : Lagotto o valligiano: connesso al lago 0 laguna.
Lassa stè : «Lascia starel»: invito rivolto al cane affinché sospenda la raspata.

Manzèla: Vangarola (cfr. zappèt o vangaròla o vanghètt).Vanghetto
Maschiare : Nel gergo dei tartufai «far coprire la cagna».
Palètt : Cfr. vangaròla.
Pastùra : Luogo ove cresce il tartufo. Essere in «pastura»: trovarsi nel luogo giusto ove si è certi che cresce il tartufo.
Pasturè : Pasturare («è can», il cane): addestrare il cane a cercare il tartufo laddove cresce e sempre in quel luogo in modo che si abitui.

Raspèda : Quando il cane scava con ardore avendo individuato il tartufo

Strufiòn : Strofinaccio, struffione, struffio: dicesi di cosa ravvolta in uno straccio senza ordine. Si usa per l‘addestramento dei cani, può essere imbevuto o impregnato nell’olio al tartufo, nella noce moscata o nella canfora e contenere nel suo interno pezzetti di tartufo o di pane.  È
tenuto insieme con lo spago.

Strufiunè : Strofinare: avvicinare lo struffione al cucciolo 0 al cane da addestrare alla cerca del tartufo e abituarlo a cercare quell’oggetto anche sotterrandolo.

Tartuflè : Andare a tartufi (attartufolare, cfr. Morri).

Tastare : Quando il cane analizza il terreno in modo minuzioso per cercarvi traccia di tartufo

Tiréda ed nès :  Tirata di naso: quando il Lagotto percepisce l’effluvio del tartufo da distanze anche notevoli usufruendo in qualche caso di una folata di vento.
Tòla. sò : «Prendila su!»: incitamento che il tartufaio rivolge al cane per invitarlo a raccogliere la trifola.