A tavola con Afrodite

A tavola con Afrodite

Afrodite – Il tartufo, in particolare quello bianco, contiene l’androstenediolo, un ormone moltopotente presente anche nel maiale maschio e nel sudore umano. La sua fama di potenteafrodisiaco è stata anche confermata da una specifica ricerca condotta dal C.N.R. edefinito dal naturista Plinio il vecchio “miracolo della natura”.

La storia del Tartufo comincia cinquemila anni fa. Il faraone Cheope pare fosse ghiotto di tartufo cotto in grasso d’oca, mentre per il filosofo greco Aristotele il pregiato fungo influiva positivamente sulle capacità amatorie, tanto da essere consacrato ad Afrodite, dea dell’amore. In quell’epoca però, i tartufi non erano quelli attualmente apprezzati, bensì normali funghi ipogei come le terfezie.
In epoca medioevale il tartufo cade nel dimenticatoio, vittima della fama di potente afrodisiaco e quindi assolutamente inadatto alla comune vita monastica. Nel XIII secolo Petrarca, sfidando l’opinione corrente, ne esalta le virtù culinarie, aprendo la strada alla sua definitiva consacrazione giunta nel periodo rinascimentale. I tartufi non mancano mai alla mensa di Caterina de’ Medici e nemmeno a quella di Luigi XIV.

A Caterina dei Medici è attribuito il merito del tartufo alla corte di Francia. Pare che Lucrezia Borgia se ne servisse per far colpo sui suoi amanti. Nel 1700 il tartufo era considerato un alimento pregiatissimo presso tutte le corti, anche la sua ricerca costituiva un divertimento di palazzo,a cui i nobili invitati partecipavano con l’aiuto di addestrati ed eleganti cani. Camillo Benso Conte di Cavour si servì del tartufo come mezzo diplomatico. Gioacchino Rossini, noto intenditore di cucina e anche raffinato cuoco,lo ebbe a definire “Il Mozart dei funghi” Il poeta inglese Byron lo teneva sul tavolo di lavoro poiché convinto che fosse particolarmente capace di persuadere le Muse dell’ispirazione e della creatività a collaborare Alexandre Dumas lo definì il Sancta Sanctorum della tavola.

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