Spot della Urbani offende gli Italiani a Chicago

Spot della Urbani offende gli Italiani a Chicago

Spot della Urbani offende gli Italiani a Chicago – La pubblicità di Eataly per lanciare a Chicago il tartufo bianco di Alba e altri prodotti italiani è offensiva per gli italiani? È quanto sostengono  gruppi di opinione sensibili all’immagine dei gruppi etnici minoritari a Chicago.

L’annuncio più contestato è dominato dalla foto di un tartufo, che a un occhio profano appare come una patata pelata. Sopra c’è scritto:

“Portati a casa un italiano”

e sotto:

“Ne vale la puzza”.

E sotto, in piccolo:

“I tartufi bianchi freschi sono cercati nelle foreste selvagge dell’Italia centrale solo alcuni mesi all’anno. Una volta che assaggerete questo tubero aromatico, vi verrà voglia di portarvi questo italiano ben rasato dappertutto”.

Obiettivamente qui c’è il peggio dei pregiudizi degli americani su di noi. Uno è la puzza, che riguarda almeno quelli delle passate generazioni, piccoli, sporchi e puzzolenti per scarsità di docce disponibili.

Oltre alla puzza c’è barba e gambe pelose. Gli italiani sono visti come scuri di pelle, tormentati dall’ombra delle 5 di sera,  cioè la barba che ti rispunta a fine giornata quando non sei proprio glabro come un figlio della Perfida Albione. Ne soffriva anche il presidente Nixon, ma lo elessero lo stesso, perché garantiva ordine e legalità nel tumultuoso ’68. L’ombra del pelo include le donne: ascelle non rasate, gambe con peli lunghi, ma che braxilian wax…”Donna pelosa, donna virtuosa” era una massima in voga.

Come hanno potuto pensare, a Eataly, che esiste solo grazie ai valori di quel che c’è di meglio di italiano, di accettare una creatività di così basso livello? ha scritto uno dei critici della campagna.

Non sfiora nessuno il dubbio che gli italiani abbiano ormai superato quella fase, si sentano tanto superiori ai pregiudizi da riderci sopra, dopo avere compiuto gli enormi progressi che, dall’avvento della Repubblica e dall’ingresso nell’impero americano, ci hanno portato da Paese del terzo mondo fra le prime potenze economiche del mondo.

Così, Eataly, la catena di supermercati alimentari d’alta gamma guidata da Oscar Farinetti, amico del cuore di Matteo Renzi, è al centro di una polemica innescata da una sua campagna pubblicitaria. La Chicago Tribune dà ampio spazio alle accuse. Abituati, anzi cloroformizzati dalla volgarità e virulenza del linguaggio corrente oggi in Italia in politica, pubblicità, giornalismo, ci possiamo ridere sopra.

Anzi, non possiamo non rimarcare l’errore geografico, che colloca Alba, patria del tartufo bianco, in Centro Italia anziché in Piemonte. Sempre che, tenuto conto che gli annunci in America sono scrutati con attenzione dagli uffici legali, non sia sottinteso che il tartufo americano di Eataly non viene dal Piemonte ma da altra regione d’Italia.

Chissà come l’ha presa lo stesso Farinetti, che è nato a Alba il 24 settembre del 1954…Questi americani che gli hanno spostato la città di origine dall’ombra delle Alpi ai boschi dell’Appennino centrale…

Altri due annunci sfottenti per gli italiani:

“Portati a casa un italiano, grandi gambe, migliore corpo” è l’annuncio che promuove il vino italiano.

“Portati a casa un italiano, il nuovo bisteccone in città” è l’annuncio che propaganda il salame.

Scrivono Tony Briscoe e Kim Janssen sulla Chicago Tribune che per qualcuno, la pubblicità del tartufo sembra riportarci agli stereotipi sugli italiani immigrati in America ai primi del ‘900. Gli stereotipi comprendevano la loro per noi profumata per gli americani maleodorante cucina.

La portavoce di Eataly, Sara Massarotto, interpellata dai giornalisti, non ha voluto rivelare chi abbia ideato la campagna. Ha mandato una email:

“La frase “Ne vale la puzza” è un diretto riferimento all’intenso aroma dei nostri costosi tartufi”.

Louis Rago, presidente della fondazione Italian American Human Relations di Chicago:

“Trovo che le parole siano in qualche modo offensive. Sembra che vogliano provocare o implicare una immagine negativa degli italiani. Ancora una volta qualcuno nel reparto creativo di una agenzia pubblicitaria ha cercato di fare il furbo a spese di un gruppo etnico la cui cultura ha avuto una influenza positiva, specialmente nel campo alimentare. Chiunque abbia pensato quell’annuncio, dovrebbe essere licenziato”.

Fonte: blitzquotidiano