Tartufi, polemiche e altri guai

Continuano a far discutere, in questi giorni, le varie tematiche relative al mondo del tartufo.

Dopo un incontro con l’Associazione a cui fa capo Antonio Bicchi, l’assessore Giovanni Zangarelli non riesce a capacitarsi come le amministrazioni antecedenti, fino ai giorni nostri, non abbiano ancora risolto un problema cruciale come quello della tracciabilità del tartufo visto che quello altotiberino, tra le altre cose, è riconosciuto come uno dei migliori al mondo.

Le risposte che sarebbero dovuto provenire dall’ex Comunità Montana, dall’assessorato alle Politiche agricole della Regione e dal Comune tifernate, quest’ultimo colonna portante dell’associazione tartufai, non sono mai arrivate. La lista civica ‘La Rinascita’, che ha molto a cuore l’argomento, propone dunque di rendere fattibile e possibile la certificazione del prezioso tubero come prodotto Dop (Di Origine Protetta) partendo proprio, di concerto con la stessa associazione tartufai, dalla tracciabilità di quest’ultimo

Nel frattempo in Piemonte:

«Salviamo ciò che resta del patrimonio tartufigeno nella nostra regione». L’Unione delle Associazioni trifulau piemontesi, in occasione dell’assemblea annuale, ha lanciato l’allarme sul futuro delle aree da tartufo «che si stanno riducendo di anno in anno in modo drammatico, al punto da temere una perdita quasi totale in molte delle province interessate».

«È stato fatto a sufficienza per mantenere e incrementare le aree che producono il tartufo in Piemonte? La risposta purtroppo è no. Il depauperamento del nostro patrimonio tartufigeno è un danno generale, che nel tempo avrà effetti c anche sugli altri comparti dell’attività economica piemontese»

fanno sapere le dieci associazioni, proponendo alcune azioni prioritarie da intraprendere, contenute in un documento programmatico presentato all’assessore regionale Alberto Valmaggia e che sarà la base operativa dell’Unione per i prossimi anni.

Fra i primi passi da compiere, quello di garantire un indennizzo ai proprietari di piante a vocazione tartufigena usando una parte dei fondi del tesserino regionale, in modo da raggiungere 20-30 euro per albero conservato contro i 10 attuali.

Per concludere…

I carabinieri hanno effettuato una serie di controlli coordinati ad Ascoli e Castel di Lama con il coinvolgimento di dieci pattuglie. dislocate nei principali centri di aggregazione quali i centri commerciali e le zone industriali, già teatro nei mesi precedenti di alcuni episodi di furto. I militari hanno denunciato un cinquantenne originario di Castel di Lama che è stato sorpreso mentre, dopo essersi introdotto all’interno di una tartufaia, tentava di rubare alcuni tartufi.

Fonti: TuttOggi – LaNuovaRiviera – LaStampa