L’Italia dei tartufi tra bocconi avvelenati e squadre antiveleno

Altri cani da tartufi avvelenati e questa volta morti.

Nei boschi e campi tra Gallareto e Piovà Massaia sono morti 5 cani: 4 da tartufi 1 da caccia. Anche in questo caso i padroni hanno portato gli animali dai veterinari ma non c’è stato nulla da fare. Altri due cani sono invece stati avvelenati a Morialdo, frazione di Castelnuovo Don Bosco. Qui il veleno è stato gettato in un cortile. Solo uno dei due cani è stato salvato.

A seguito di questi avvelenamenti il Comando Provinciale della Forestale di Asti ha attivato unità cinofile addestrate alla ricerca di esche avvelenate.

L’attività è stata seguita dal Comando Stazione Forestale di Asti e dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale ed ha coinvolto, oltre al servizio veterinario dell’ASL di Asti, Distretto di San Damiano, due forestali delle stazioni di Borgo San Dalmazzo e di Omegna, un dipendente del Parco Regionale delle Alpi Cozie ed un collaboratore del Parco Regionale delle Alpi Marittime. I cani Kira, Zac, Luna e Puma hanno perlustrato con i loro conduttori i boschi tartufigeni di varie località dei due comuni. I cani addestrati, quando percepiscono l’odore di un veleno o di una carcassa di animale, si siedono segnalando in questo modo al conduttore il punto esatto di rinvenimento.

Le ricerche hanno consentito di rinvenire un riccio morto nonché sostanze alimentari che potrebbero contenere veleno. Tali reperti saranno inviati all’Istituto Zooprofilattico di Torino per le analisi del caso, al fine di confermare o meno la presenza di sostanze venefiche. L’attività è finalizzata a bonificare per quanto possibile l’area, riducendo al minimo il rischio di avvelenamento di animali domestici e selvatici.

Ogni notizia può essere utile ai fini investigativi e per attivare le professionalità necessarie per la bonifica, evitando ulteriori avvelenamenti. Ogni “boccone” innesca una catena di morte che coinvolge molti animali selvatici e domestici, causando gravi sofferenze. È fondamentale che i cittadini collaborino con il Corpo Forestale, segnalando prontamente il rinvenimento di “bocconi” o carcasse sospetti, contattando gli uffici o il numero di emergenza ambientale 1515.

Fonti: La stampa atnews