Tutto sulla Leishmaniosi

Tutto sulla Leishmaniosi

La Leishmaniosi del cane è una malattia parassitaria causata da un organismo unicellulare (Leishmania infantum) trasmesso da un insetto detto pappataci (Phlebotomus spp.).

Cos’è la Leishmaniosi
La Leishmaniosi del cane è una malattia parassitaria causata da un organismo unicellulare (Leishmania infantum) trasmesso da un insetto detto pappataci (Phlebotomus spp.).
Questo, simile alla zanzara ma di dimensioni inferiori, è attivo dal tramonto all’alba, dall’inizio della primavera fino ad autunno inoltrato; nelle regioni dell’Italia del Sud può però essere presente tutto l’anno.
La femmina del pappataci può trasmettere il protozoo al cane attraverso il suo pasto di sangue.
I cani sono riconosciuti come serbatoio principale della malattia, ma anche l’uomo e il gatto ne possono essere colpiti, anche se molto raramente.
La Leishmaniosi è presente nei paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo e in Asia.
In Italia è diffusa soprattutto in Sicilia, Sardegna, Isola d’Elba, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Marche, Abruzzo, Puglia, Molise, Umbria ed è stata segnalata anche in alcune aree di Piemonte, Romagna e Veneto.
I sintomi
La malattia può avere tempi di incubazione molto lunghi, da mesi ad anni.
I sintomi possono essere molto variabili e interessare vari organi.
I sintomi cutanei comprendono: forfora a larghe scaglie non pruriginosa, prevalentemente localizzata ai padiglioni auricolari e al tronco; mancanza di pelo diffusa, soprattutto intorno agli occhi; ulcere e croste, che interessano il muso, i punti di appoggio e l’estremità degli arti, unghie lunghe e arcuate e piccoli noduli.
I sintomi sistemici comunemente riscontrati sono: dimagramento, nonostante un aumento dell’appetito, febbre, aumento di volume dei linfonodi, del fegato e della milza; alterazioni dei valori degli esami del sangue, quali ad esempio l’anemia; zoppie e atrofia muscolare con un’apparenza più vecchia dell’età effettiva dell’animale; problemi agli occhi e congiuntivite; perdita di sangue dalle narici, diarrea cronica.
Si ossevano inoltre spesso danni renali che possono anche portare a morte il cane.
La diagnosi
La diagnosi di Leishmaniosi è in primo luogo clinica.
La conferma diagnostica si ottiene principalmente tramite l’osservazione delle Leishmanie al microscopio da un prelievo dal midollo osseo, dal linfonodo o dalla cute o tramite un esame del sangue.
La terapia
Prima di iniziare qualsiasi tipo di trattamento occorre valutare le condizioni generali del cane.
I protocolli terapeutici attualmente impiegati per il trattamento della Leishmaniosi si basano sull’utilizzo, singolo o in associazione, di iniezioni di antimoniato di meglumina (in genere per un mese) e di compresse di allopurinolo (per minimo 6 mesi o anche tutta la vita).
Qualora sia presente una malattia renale, si devono aggiungere dei farmaci specifici.
La terapia consente di controllare la moltiplicazione del parassita e di ottenere la remissione della sintomatologia clinica; raramente però si ottiene una completa guarigione, e la malattia tende a recidivare dopo alcuni mesi o anni.
La prevenzione
La misura di prevenzione più efficace consiste nell’evitare di soggiornare nelle zone endemiche con il cane e se questo non è possibile, di evitare le punture di zanzare.
Il pappataci è attivo soprattutto al crepuscolo e nelle ore notturne; è opportuno quindi ridurre innanzi tutto l’attività del cane al di fuori dell’abitazione in queste fascie orarie.
Sono poi valide altre misure, quali l’applicazione di zanzariere alle finestre e l’utilizzo di prodotti repellenti nei confronti del flebotomo sia per il trattamento del cane che per uso domestico.
Infine si consiglia sempre di sottoporre l’animale a regolari controlli sierologici, sopratutto in inverno inoltrato.
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di Dr.ssa Chiara Noli

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