Tartufi in Albania – Una guerra tra poveri a spese della natura
Tartufi in Albania – Una guerra tra poveri a spese della natura
Tartufi in Albania – Negli ultimi mesi il piccolo Paese balcanico sta vivendo una guerra per il tartufo combattuta a colpi d’intimidazioni, stragi di cani e sradicamento di arbusti. E’ quanto riportato sul quotidiano IlGiornale che afferma in oltre che si tratta di una singolare e nuova battaglia ma in realtà non è affatto così, infatti già nel lontano 8/11/1997 il quotidiano Il Giorno pubblicava:
Tartufi. Le Langhe sono invase dai tartufi albanesi. Introdotti clandestinamente dall’Albania, spediti in confezioni anonime o contrabbandati via mare, vengono spacciati per pregiati tartufi locali. Molti ”trifolau” (cercatori di tartufi) senza scrupoli comprano il tartufo albanese a 50 mila lire il chilo e lo rivendono a due o tre milioni il chilo come tartufo d’Alba.
L’Albania è uno dei Paesi più poveri d’Europa, dove il salario medio è inferiore a 400 euro, e ancora più basso nelle zone rurali. La corsa al tartufo rappresenta una possibilità di vita per molte persone, anche se nell’ultimo periodo la situazione sta iniziando a essere sempre più difficile e incerta.
Non è quindi difficile immaginare che cercare tartufi è oramai diventata un’opportunità di lavoro per molti cittadini albanesi, di tutte le età, che partono in massa verso le montagne al confine con la Grecia. I tartufi vengono venduti in piccola quantità ai ristoranti di classe di Tirana, ma la maggior parte emigra verso Francia, Germania, Grecia e altri paesi Europei, compresa la nostra nazione.
Oltre alla devastazione a colpi di zappa l’assenza di un chiaro e preciso ordinamento in materia di raccolta di tartufi, sta portando con il tempo a un graduale impoverimento del patrimonio tartufigeno oltre che nelle foreste anche nelle riserve naturali protette.