L. cinnamomea , lo scarabeo del tartufo

L. cinnamomea , lo scarabeo del tartufo

L. cinnamomea , lo scarabeo del tartufo – Per i funghi ipogei, come i tartufi, il meccanismo attivo di dispersione delle spore è venuto a mancare nel corso della loro evoluzione, per essere sostituito da un meccanismo di dispersione dovuto ad animali.

Alcuni animali, infatti, hanno sviluppato la capacità di alimentarsi sui tartufi, e attraverso la loro attività trofica, sono divenuti agenti attivi di dispersione delle spore stesse (Pacioni, 1989). La distruzione dei carpofori di funghi del genere Tuber da parte di molti animali, vertebrati ed invertebrati, diventa, quindi, un evento naturale da considerare molto importante per la sopravvivenza e la propagazione delle diverse specie. Gli animali selvatici che ricercano e si nutrono di tartufi sono fattori ecologici estremamente importanti, in quanto contribuiscono attivamente alla diffusione delle spore e quindi alla riproduzione e diffusione dei tartufi.

Gli animali che scavano gallerie nel terreno contribuiscono, inoltre, a creare lo spazio e le condizioni ottimali per lo sviluppo dei corpi fruttiferi; La dieta di certi animali, come mammiferi (roditori, cervi, cinghiali), uccelli o limacce, include anche i tartufi; a volte i carpofori rappresentano invece l’unico substrato alimentare: è il caso di alcune specie di insetti, come nel caso dell L. cinnamomea o più semplicemente scarabeo del tartufo..

L. cinnamomea è un Coleottero appartenente alla famiglia Leiodidae.

Il leiode è in grado di arrecare danni severi ai corpi fruttiferi maturi di diverse specie di Tuber, ed è particolarmente ghiotto di nero pregiato (T. melanosporum).

Le pupe si possono ritrovare nel periodo autunnale (da ottobre a novembre), mentre gli adulti si rinvengono da novembre a marzo.

I danni sui tartufi sono provocati sia dagli adulti che dalle larve. Gli adulti del micofago si nutrono dei carpofori, e le femmine, dopo l’accoppiamento, depongono le uova in prossimità dei corpi fruttiferi. Le larve, munite di forti mandibole, si sviluppano tra i mesi di gennaio e aprile, e risultano maggiormente dannose, devastando completamente i carpofori con la loro attività trofica

La larva, una volta raggiunto il tartufo si insedia in esso per nutrirsene, ma lo utilizza anche come rifugio. Ciascuna larva può usufruire, per i propri spostamenti all’interno del tartufo, delle gallerie scavate dagli adulti, anch’essi impegnati nell’attività trofica sullo stesso substrato .