Cibo divino o del diavolo?

Cibo divino o del diavolo?

Cibo del diavolo, cibo del divino. Fin dal Antichità questi erano i nomi del tartufo, sballottato tra satana e Dio nelle credenze popolari.

Il Platina: “E’ questo un cibo molto nutriente come crede anche Galeno, ed è un eccitante della lussuria. Perciò vien servito spesso nei pruriginosi banchetti di uomini ricchi e raffinatissimi che desiderano essere molto preparati ai piaceri di Venere.

Il tartufo nero nel medioevo era considerato nocivo perché definito sterco del diavolo e cibo da streghe, oggetto di malefizi. Dice Baldassarre Pisanelli che i tartufi:

 “Nuocciono agli umori, alla complessione e ai mali melanconici, e con processo di tempo fanno tristo il fiato della bocca, e sono molto ventosi. Sono più lodati dei funghi perché questi non hanno mai ammazzato nessuno. Chi troppo lo usa incorre col tempo nella paralisia , fanno venire difficoltà di orinare”.

Niente di più falso perché tra i vari composti del tartufo c’è l’arginina che è un diuretico. Castore Durante sosteneva che:

 “I tartufi son composti di sostanze più terrestre che acquose e son privi d’ogni sapore”.

La Cucineria Universale, pubblicata a Trieste da Coen nel 1870, cosi riporta:

 “Il tartufo passa per essere indigesto; senza voler contraddire nessuno.. sono indigesti se abusati, ma presi moderatamente passano, come suona il volgar motto, come una lettera per la posta.

C’erano anche gli entusiasti: il Re dei Cuochi (Milano 1876) osserva che i tartufi sono più nutienti dei funghi e gli dà ragione anche un medico certo Oscar Giacchi. Medici ed igienisti del passato si sono molto preoccupati degli aspetti nutrizionali del tartufo. Avicenna sosteneva che genera umori atrabiliari e grassi, e son causa di apoplessia e di paralisi

Poche sostanze alimentari lo vincono per abbondanza di elementi nutritivi, e per facilità di digestione. Sprovvisto di fibre resistenti , è quindi facilmente masticabile ricco d’aroma stimolante, non può che presto e bene prestarsi ai processi digestivi, è meglio 100 volte dei filamentosi funghi suoi parenti, verso i quali è tanto indulgente la pubblica opinione.”

Il prof. Lasalle osserva che nessuna sostanza è paragonabile al tartufo:

 “Aroma perfetto, inimitabile, sapore squisito, digestione facile, nutrizione più completa che con qualunque altro cibo vegetale, la natura insomma nulla rifiutò a questo fungo prezioso”.

(Lettera di G.Rossini al Vitali del 23/2/1840)

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