La musica classica, i tartufi e altre cose demoniache

La musica classica, i tartufi e altre cose demoniache

La musica classica, i tartufi e altre cose demoniache – Il fatto che il tartufo nasca e cresca sotto terra ha fatto si che intorno a lui ci fosse un alone di mistero, tanto che il Papa ai tempi della caccia alle streghe ne vietò il consumo perché veniva considerato il cibo del Diavolo.

Questo particolare lo accomuna ad un altro senso che è quello dell’udito, in quanto uno degli strumenti principe della musica classica, il violino, veniva considerato anch’esso strumento del diavolo. 

Intorno alla figura di uno dei violinisti più grandi della storia, Paganini, ruota una leggenda, ebbero in molti il sospetto di un patto con il diavolo a vantaggio della sua carriera. Fra le sue composizioni più famose vi sono “Il trillo del Diavolo” e “Streghe” ed un’altra leggenda macabra è legata alle corde del suo violino, il suo Stradivari. 

Si dice infatti che queste fossero state fatte con le interiora di una delle amanti del musicista, che in preda alla follia si sia fatta uccidere in nome della musica, così che la sua anima sarebbe stata un tramite fra i 2 mondi.

A Palermo, durante un concerto, un ascoltatore giurò di aver visto Paganini suonare e il diavolo muovere l’archetto.

Il suo aspetto spettrale, il suo sguardo febbrile e allucinato come se stesse comunicando con l’al di là. Secondo molti era il segno evidente di un patto col Diavolo.

La sua grandezza fu sancita dai commenti dei più grandi artisti dell’epoca ad esempio Gioacchino Rossini:

“Solo due volte ho pianto in vita mia: quando un tacchino infarcito di tartufi mi cadde accidentalmente nell’acqua e quando sentii suonare Paganini“.

Vi era un’altro grande composito che amava il tartufo ed era Giuseppe Verdi che lo gustava a fettine nel timballo di pasta sfoglia, petti di pollo e purè di fegato profumato al Madera. 

Il tartufo non ha nulla da invidiare alla musica classica perché come le 4 stagioni di Vivaldi, ogni stagione ha i sui tartufi.