Tuber Macrosporum il tartufo dimenticato

Tuber Macrosporum il tartufo dimenticato

Tuber Macrosporum il tartufo dimenticato – il Tuber macrosporum è un tartufo tipicamente autunnale, il suo periodo di maturazione è leggermente anticipato di un paio di decadi rispetto a quello del tartufo bianco; questa concomitanza, unita alle modeste quantità immissibili sul mercato e all’incostante produttività negli anni, fanno si che il tartufo nero liscio non sia commercializzato e valorizzato come specie a sé ma venga mescolato con altri tartufi neri , solitamente uncinati, che lo deprezzano anche perché in autunno il mercato è monopolizzato dal bianco.

C’è chi addirittura lo considera non commestibile oltre che non commercializzabile, e lo butta letteralmente parlando nelle tartufaie. Un’annata scarsa come questa ha però suscitato interessi su tartufi che solitamente godono di minor fama e tra questi, appunto, si sono ricordati che esiste anche il Macrosporum.

Normalmente il Tuber macrosporum si trova nelle medesime pasture del Tuber magnatum, rispetto al quale però tollera maggiormente la siccità, mentre non lo si rinviene mai negli ambienti del Tuber melanosporum. Questo tartufo che fruttifica da settembre a dicembre presenta la caratteristica di produrre, nella stessa buca, numerosi esemplari di dimensioni variabili, ma comunque sempre abbastanza piccoli.

Nome volgare: tartufo nero liscio

CARPOFORO: generalmente non raggiunge pezzature notevoli, al massimo come un uovo; di forma globosa o tubercolata.

PERIDIO: verrucoso di colore bruno rossiccio, talora con macchie color ruggine; le verruche sono appena pronunciate poligonali, appressate, nell’aspetto gli conferiscono un aspetto a naso di cane

GLEBA: biancastro bruna quella dei carpofori immaturi, poi bruno ferruginosa con venatura chiare, numerose, in alcuni punti esili in altre larghe che a contatto con l’aria virano al bruno pallido

PROFUMO: spiccato, leggermente agliaceo, ricorda vagamente quello del tartufo bianco pregiato

SAPORE: molto gradevole

PIANTE SIMBIONTI: roverella, cerro, farnia, tiglio, pioppi, salici, carpini e nocciolo.

Fonti: Tartufaie – MondoDelGusto