Piemonte: Un museo del tartufo bianco per Alba

Alba ha bisogno di un luogo dove accogliere i turisti che cercano informazioni sul tartufo

Durante l’ultimo Consiglio comunale dell’anno, in sede di approvazione del bilancio previsionale triennale 2016-2018, il consigliere comunale di minoranza Emanuele Bolla (Fratelli d’Italia) ha lanciato un appello affinché si avvii un percorso concreto che porti alla realizzazione al progetto strategico di creazione di un vero e proprio Museo del Tartufo in città.

Emanuele Bolla, consigliere comunale di minoranza, ha spiegato:

Alba ha bisogno di un luogo dove accogliere i turisti che cercano informazioni sul tartufo, che vogliono conoscerlo dal punto di vista scientifico, storico e culturale ed è giunto il momento per la nostra città di iniziare a progettare ed in seguito realizzare un vero e proprio museo del tartufo.”

La piccola cittadina di San Giovanni d’Asso, in provincia di Siena, ha inaugurato il primo “museo del tartufo” in Italia già nel 2004, aprendo uno spazio di circa 250 metri quadrati dove è possibile conoscere il tartufo dal punto di vista scientifico, storico, tradizionale e culinario.

Emanuele Bolla ha spiegato:

Se San Giovanni d’Asso, un comune senese con poco più di novecento abitanti, è riuscito a realizzare il primo Museo del Tartufo in Italia, sono convinto che anche Alba debba impegnarsi per creare il proprio spazio espositivo di eccellenza dedicato a questo straordinario prodotto della nostra terra. San Giovanni d’Asso ha addirittura beneficiato di una consulenza tecnica del Centro Nazionale Studi del Tartufo di Alba nella realizzazione del proprio museo e rendendo evidente come l’amministrazione debba valorizzare di più la competenza del nostro Centro Studi in un percorso di realizzazione del nostro museo cittadino.”

Quasi un anno fa, in data 6 febbraio 2015, il comune di Alba, con la delibera di Giunta n. 28, ha aderito al progetto “Musei del tartufo nella terra del tartufo” con i comuni di Roddi e Montà, senza però dare seguito concreto alla delibera stessa, che è rimasta un’improduttiva dichiarazione di intenti.

In relazione al progetto del Museo del Tartufo di Alba, Emanuele Bolla ha spiegato:

Quasi un anno fa il comune preso parte ad un progetto con i comuni di Roddi e di Montà, ma alla delibera di adesione al progetto non sono seguiti fatti concreti e credo sia giunta l’ora per attivarsi e fare la nostra parte.

In questo contesto l’amministrazione comunale di Alba deve giocare un ruolo di prim’ordine, considerato che la nostra città è tradizionalmente considerata la capitarle del tartufo bianco e deve quindi svolgere un ruolo autorevole in fase di progettazione di una struttura museale all’avanguardia ben radicata nella nostra città.

Il Museo del Tartufo deve rappresentare una scommessa di tutti gli Albesi e dev’essere il frutto di una scelta strategica di lungo periodo, inserita in un serio progetto di territorio e di collaborazione costruttiva tra i vari enti interessati. Il percorso deve puntare alla creazione di uno spazio espositivo di alta qualità, capace di raccontare il tartufo tutto l’anno, in modo da proporre un’offerta cittadina ad esso legata anche nei momenti dell’anno in cui il bianco non è presente.

Il Museo del Tartufo dovrà essere un investimento per il futuro della città, che merita di vedere questo progetto ambizioso pienamente realizzato, nell’interesse di tutti gli Albesi ed attraverso la collaborazione di ogni soggetto che vorrà dare un contributo alla concretizzazione di questa struttura che rimarrà alle future generazioni della nostra città.”

In relazione alla possibile sede del Museo, Emanuele Bolla ha spiegato:

Personalmente ho alcune idee: penso ad esempio agli spazi del Palazzo Mostre e Congressi, mentre altri propongono i locali del tribunale, su cui però credo vada affrontato un discorso più ampio che tenga conto di tutti i suoi possibili usi futuri. Le alternative sono molte, ma prima di definire tutti gli aspetti tecnici di realizzazione del Museo, come la collocazione, si dovrà ragionare in modo serio nelle sedi istituzionali, tenendo conto dell’idea si vuole realizzare, nella consapevolezza che questa dovrà essere largamente condivisa, perché è solo in seguito alla definizione delle linee generali di progetto che si potranno mettere a punto i dettagli dello stesso.”

Fonte: Cuneo Cronaca