Notturno con tartufi : Racconto

Notturno con tartufi : Racconto

Notturno con tartufi – Il muso piantato per terra, Jolly annusa sotto le querce, attorno alle radici dei tigli, lungo i fossati popolati di salici e pioppi, sotto i noccioli e i carpini neri. Archimede lo accompagna: i cani sono due, dato che Jolly è ancora cucciolo e deve imparare, poi c’è Ezio, “trifolao” dall’età di quattordici anni, figlio di trifolao, nipote di un trifolao leggendario. È notte, il silenzio e l’assenza di distrazioni aiutano gli animali a concentrarsi e la ricerca dei tartufi ne guadagna. “Tutti abbiamo i nostri luoghi nascosti” – sussurra Ezio – “nelle tartufaie segrete si va nell’oscurità per non essere visti”. Il cane è il protagonista, il trifolao il suo accompagnatore: tra loro c’è dialogo.
L’animale scorrazza e annusa: all’improvviso inizia a raspare, il “trifolao” lo blocca e scava con il “sapin”, l’apposita zappetta di ferro ricurva; allarga con cautela la buca nella terra appena smossa, estrae un esemplare di bianco fungo ipogeo di venti grammi, ne fiuta il profumo. Ezio non commenta; il suo record, ci racconta, è un esemplare di un chilo e trenta grammi e risale al 16 novembre 2004. Annota tutto su un taccuino: luogo, epoca, luna e caratteristiche del tartufo: ogni radice di solito produce un solo tartufo all’anno e questi appunti saranno preziosi per il prossimo appuntamento.
Quindi ripristina il terreno rimosso per preservare le spore. Ceduto il tartufo al padrone, Jolly riceve il premio di consolazione: una manciata di crocchette.

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