Mattanza di cani da tartufo

Mattanza di cani da tartufo,
animalisti all’attacco «sospendiamo la raccolta!»

Mattanza di cani da tartufo – Diverse morti sospette registrate in queste ultime settimane. L’Organizzazione internazionale protezione animali di Campobasso ha chiesto di bloccare la ricerca dei tartufi per capire come mai tanti animali stanno perdendo la vita e anche l’intervento del prefetto: “Ci sono tanti cavatori onesti ma ci sono anche quelli senza regole, senza etica e senza pietà. La situazione è diventata drammatica perché l’unica cosa importante per alcuni è fare soldi e farli prima degli altri”.

Avvelenamenti di massa di cani da tartufo. Non esita a definirla «mattanza» l’Organizzazione internazionale protezione animali che oggi, 8 gennaio, ha ufficialmente denunciato i ripetuti episodi di morti sospette di cani nel Campobassano. La sezione provinciale dell’Oipa chiede l’intervento del Prefetto, auspicando l’istituzione di un «tavolo di coordinamento per la gestione degli interventi da fare per il monitoraggio del fenomeno, al fine di garantire una uniforme applicazione delle attività”.

Nel comunicato si parla di guerra per la caccia al tartufo in corso da diversi mesi. In effetti negli ultimi tempi la situazione è peggiorata, ma la realtà parla di spiacevoli episodi che si ripetono da anni. Ruote bucate, macchine rigate e cacciatori senza scrupoli che maltrattano i cani prima di portarli in giro per i boschi molisani. Ora imperversa la macabra moda del ‘boccone avvelenato’, una pratica vergognosa che si abbatte come una scure sui poveri animali e anche sui cercatori che invece sono rispettosi delle regole e dei loro fedeli amici a quattro zampe. Per fortuna di persone oneste ce ne sono ancora tante, tuttavia le cronache continuano a raccontare le brutte vicende di quelle che altro non sono che ‘squadre della morte’.

Lo fanno per soldi, ovviamente. Perché il valore di mercato del tubero, il bianco in primo luogo, è in continuo rialzo. La ricerca del tartufo si è trasformata in una disperata corsa all’oro, accentuata dagli effetti della crisi economica. «Senza regole, senza etica e senza pietà – spiegano dall’Oipa – la situazione è diventata drammatica perché l’unica cosa importante per alcuni è fare soldi e farli prima degli altri». E’ presto detto come: «Letteralmente, bruciando il terreno cioè avvelenando i cani altrui o zappando indiscriminatamente il terreno delle tartufaie così da compromettere le produzioni successive». E di tartufaie in Molise ce ne sono diverse, basti pensare a quelle di San Pietro Avellana, luogo simbolo del tubero ‘made in Molise’. 

Poi, l’Oipa attacca senza mezze misure l’amministrazione provinciale, che gestisce il comparto. « Pur di incamerare soldi – spiegano – continua incessantemente a distribuire autorizzazioni per la raccolta del tartufo, incrementando la presenza dei cercatori sui nostri territori oramai saturi». Ma è possibile e giusto bloccare l’accesso alla caccia per soprannumero? Altro elemento su cui bisognerebbe discutere.

Resta il fatto che «L’avvelenamento è reato – continuano dall’Organizzazione – e, su segnalazione, il sindaco del territorio interessato è tenuto ad intervenire aprendo immediatamente un’indagine in collaborazione con le altre autorità competenti e provvedendo a individuare le modalità di bonifica del luogo dell’avvelenamento, nonché segnalando con apposita cartellonistica i siti e intensificando i controlli».

L’Oipa Italia chiede che venga rispettata la legge e, nello specifico, applicata
l’Ordinanza ministeriale del 10 febbraio 2012 recante “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati”

Chiede inoltre che il Prefetto, in quanto tale e in quanto competente, predisponga al più presto il tavolo coinvolgendo la Protezione Animali stessa nella pianificazione delle azioni.

La chiusura del comunicato è ancora più allarmante: «Vi è inoltre un reale rischio per l’incolumità dei cercatori stessi che spesso si imbattono, come avvenuto, in cacciatori senza scrupoli che sparano all’impazzata contro qualsiasi bersaglio mobile». Alla luce di tutto ciò, l’Oipa Molise, per conto dell’onlus italiana, chiede che sia sospesa temporaneamente la ricerca al tartufo soprattutto per dare un segnale forte «a quei ricercatori inesperti e senza regole che stanno letteralmente distruggendo il nostro territorio a discapito dei tanti professionisti rispettosi invece delle regole e del prezioso prodotto molisano».

Fonte: Maurizio Cavaliere – Primo numero.it

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