La gleba ed il carpoforo

La Gleba ed il Carpoforo

Il termine gleba può essere utilizzato in svariate circostanze, a seconda del Genere considerato. La gleba è comunque composta da tessuto sia fertile (nella gleba si sviluppa l’imenoforo) sia sterile; è racchiusa (almeno quando lo sporoforo è allo stadio di primordio) dentro al peridio; in seguito, a seconda del Genere, può venire esposta all’aria, può rimanere racchiusa dentro a un peridio epigeo fino alla deiscenza di quest’ultimo, o può rimanere dentro un peridio ipogeo fino a maturazione completata. Qui di seguito alcuni esempi.

Nei Gasteromiceti a sviluppo angiocarpico (ad esempio nelle Lycoperdecee e nelle Geastracee) la gleba è racchiusa nel peridio ed appare inizialmente più o meno carnosa, polposa e compatta, strutturata in piccole cellette (più o meno visibili a occhio nudo) che portano all’interno l’imenio; a maturità la gleba si risolve in una massa polverosa e secca costituita in gran parte da spore mature oltre che da elementi sterili come il capillizio. A maturità il basidioma provvederà tramite particolari aperture a far fuoriuscire le spore (vedere, per esempio, alle voci stoma, apertura apicale, deiscenza).In alcune specie di Lycoperdecee la gleba è sorretta dalla cosiddetta subgleba: ha la stessa strutturaacellette della gleba ma non è fertile perché non contiene elementi imeniali

Il carpoforo o corpo fruttifero può essere considerato come dice il nome una sorta di “frutto” dei funghi. Si dice dell’insieme di gambo, cappello, tubuli o lamelle o aghi, comunque sia conformato l’imenoforo. Si sviluppa in seguito all’accrescimento del corpo vegetativo (tallo) del fungo, il quale si sviluppa dalla spora. Sul carpoforo sono solitamente presenti gli sporangi, i quali contengono le spore.

Nelle muffe (ad esempio del genere Rhizopus, la comunemente detta “muffa del pane”), il corpo fruttifero si presenta come una polverina biancastra, o anche verdastra. Osservandola al microscopio, si può distinguere il fitto intreccio di ife (le cellule che formano il fungo), sulle quali si svilupperanno in seguito gli sporangi, contenenti le spore, che, una volta maturi, si romperanno rilascindo tutte le spore nell’ambiente esterno, che a loro volta andranno a formare altri funghi, se si depositeranno su un substrato organico.

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