Frisa- Va a tartufi in trasferta gli bruciano la macchina

Frisa- Va a tartufi in trasferta gli bruciano la macchinaFrisa

FRISA (Chieti). Ci sarebbero screzi e invidie tra tartufai all’origine dell’incendio doloso che, ieri mattina, ha distrutto un’autovettura in località Guastameroli di Frisa.

Poco prima delle 7 una vecchia station wagon, di proprietà di un cittadino di Quadri, posteggiata regolarmente sul ciglio della strada, è andata a fuoco nella zona tra Guastameroli e Colle Alto, vicino al fiume Feltrino. Le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco di Lanciano, che hanno evitato danni alla vegetazione.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia frentana, diretta dal capitano Massimo Capobianco. Dai primi accertamenti sul veicolo andato a fuoco è apparso chiaro che l’origine del rogo non andava ricercata in un corto circuito o nell’autocombustione. Le fiamme hanno avvolto tutta l’autovettura, di cui è rimasta solo la carcassa carbonizzata.

Secondo i militari all’origine del gesto ci sarebbero invidie e gelosie maturate nel mondo dei cercatori di tartufi. L’area dov’è avvenuto il rogo, infatti, è solitamente frequentata da tartufai, non solo della zona ma provenienti anche da altri territori, alla ricerca di esemplari di tuber nero. (scorzone)

È lo stesso motivo per il quale ieri mattina, di buona lena, il proprietario dell’auto andata in fiamme era arrivato da Quadri, paese indicato tra i più interessanti per raccolta dei tartufi, alla periferia di Frisa.

Secondo quanto ha raccontato ai carabinieri nella denuncia contro ignoti, era la prima volta che l’uomo veniva in paese a cercare tartufi. Ma altri concittadini, evidentemente, lo avevano preceduto. Così l’ennesima presenza di un tartufaio “fuori territorio” non è stata ben gradita da qualcuno che, dando alle fiamme l’autovettura, ha voluto mandare un messaggio chiaro. È questa la pista che stanno seguendo i carabinieri.

Quello della raccolta dei tartufi è un settore agitato dalle polemiche per via di divieti e restrizioni che spuntano dagli enti pubblici, malgrado la materia sia disciplinata da una legge regionale. L’ultima riguarda il regolamento del Comune di Pereto, nell’Aquilano, dichiarato illegittimo dall’assessore all’agricoltura, Mauro Febbo.

La tendenza è quella di vietare le attività ai non residenti o di far pagare quote aggiuntive. E dove un regolamento non c’è, qualcuno magari si arrangia da sé per scoraggiare i fuori zona.

Stefania Sorge

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