Avvelenati 15 cani da tartufo – San Miniato

Avvelenati 15 cani da tartufo – San Miniato

Avvelenati 15 cani . L’ultima frontiera sarebbero dei bocconcini di rigatino fresco infarciti di veleno, tanto invitanti quanti letali, lasciati a poca distanza dalla strada, lì dove il tartufaio di solito abbandona la macchina, in un punto facilmente riconoscibile da chi ce li ha messi e insieme facilissimo da scovare per ogni cane di passaggio.

È così che negli ultimi giorni, nelle campagne di San Miniato, 6 cani di tartufo sono stati avvelenati, portando a 15 il numero di casi registrati da settembre con l’inizio della stagione. Di questi, circa un terzo non ce l’ha fatta. Un fenomeno tristemente ricorrente che sembra essersi intensificato negli ultimi giorni, tanto da far scattare il campanello d’allarme tra i cercatori. Due, in particolare, i punti in cui si sarebbero verificati gli ultimi casi: nei pressi di Balconevisi e nella cosiddetta valle del Lenucci, tra La Serra e Bucciano.

È qui che la scorsa domenica si è verificato l’ultimo episodio: il tartufaio Stefano Scorcione ha avuto la fortuna di arrivare in tempo dal veterinario. «Il giorno dopo – ci racconta – sono tornato nel solito posto e ho trovato un altro boccone: un pezzo di carne fresca con un taglio al centro, forse contenente un diserbante». La risposta arriverà nelle prossime settimane dalle analisi. Meno fortunata, invece, la sorte di Trillo, il meticcio ucciso lunedì 24 novembre di fronte agli occhi del padrone, Marcello Lucchesi: «Quando me ne sono accorto – dice – era già tardi. Ero troppo distante dall’auto e non ce l’ho fatta».

Stessa sorte anche per la piccola Stella, 18 mesi, deceduta circa un mese fa:

«È successo tutto in 15-20 minuti – racconta il padrone, Enzo Biagioni – Quando arrivai dal veterinario c’era un altro tartufaio con tre cani, tutti avvelenati. Riuscì a salvarne uno». Gli effetti che il veleno provoca sugli animali sono terribili: i muscoli si irrigidiscono, la schiena si inarca mentre il corpo è in preda a costanti convulsioni, per poi arrivare al blocco respiratorio che di solito è la causa principale di morte.»

FONTE: IL TIRRENO

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