A tartufi per hobby o per professione? dimmi quanto paghi e ti dirò chi sei 

A tartufi per hobby o per professione? dimmi quanto paghi e ti dirò chi sei

A tartufi per hobby o per professione? – La legge finanziaria del 2019, varata ufficialmente solo qualche giorno fa riserva molte sorprese e i tartufi non fanno eccezione. Solo un’anno fa erano stati protagonisti di una vera e propria rivoluzione fiscale e si vedono di nuovo protagonisti, quindi mettetevi comodi, e leggete quanto segue (altro giro altra corsa).

La modifica  inserita nel maxi-emendamento prevede che i tartufai che in via occasionale si dedicano alla raccolta   di tartufi (e prodotti selvatici non legnosi*) potranno versare 100 euro come imposta sostitutiva dell’Irpef oltre al costo del tesserino di idoneità alla raccolta e i corrispettivi incassati NON si cumuleranno agli altri redditi. Per rientrare nell’attività occasionale, gli incassi dalla raccolta di tartufi  NON dovranno essere superiori ai 7mila euro. Non è comunque dovuta alcuna imposta se i corrispettivi della raccolta rappresentano l’unico reddito del contribuente e non superano i 4.800 euro annui.

La manovra, inoltre , dispone l’abbassamento dell’Imposta sul valore aggiunto sui tartufi facendo passare l’Iva dall’attuale 10% per il tartufo fresco  al 5% e dal 22% per i prodotti lavorati al 10%. equiparandolo di fatto a un prodotto agricolo.

«Si chiude un percorso cominciato due anni fa con una denuncia alla Commissione europea per quello che era, a tutti gli effetti, un autogol per uno dei prodotti simbolo dell’enogastronomia italiana. – sottolinea l’eurodeputato Alberto Cirio –  L’Europa aveva accolto il nostro appello e minacciato una procedura d’infrazione nel caso in cui l’Italia non si fosse adeguata agli altri paesi Ue dove è possibile trovare il tartufo. Un primo risultato alla nostra battaglia era stato ottenuto due anni fa con l’abbassamento dell’Iva dal 22% al 10%, adesso finalmente si chiude il cerchio. Un ringraziamento all’attuale governo per aver adottato una decisione che il governo precedente, nonostante le promesse, non aveva mai assunto e in particolare al senatore Bergesio per l’impegno profuso in commissione agricoltura. È stato fatto un ottimo lavoro di squadra, di cui il merito va anche all’avvocato Ponzio di Alba che ha curato gli aspetti giuridici della petizione con cui abbiamo rivendicato la tutela del tartufo italiano».

*funghi, tartufi, bacche, frutta in guscio, balata e altre gomme simili al caucciù, sughero, gommalacca e resine, balsami, crine vegetale, crine marino, ghiande, frutti dell’ippocastano, muschi e licheni di tartufi.

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