A tartufi Guardando il cielo

Il sottobosco è un habitat ideale per molte specie animali, che in esso trovano riparo e da esso traggono nutrimento: uccelli di piccole dimensioni quali ad esempio la Cesena il Merlo e la Ghiandaia che troviamo sovente nelle zone tartufigene in quanto ghiotte dei frutti degli alberi simbionti o delle piante indicatrici tanto da poter essere a loro vota un indizio quando siamo in cerca di nuove pasture di tartufi

Cesena:

La cesena appartiene  alla famiglia dei Turdidi. La silhouette e le dimensioni sono analoghe a quelle del merlo. Il colorito, lievemente più vivace nel maschio, è caratteristico: capo grigio, dorso bruno rossastro, groppone grigio, coda e ali nerastre, petto e fianchi giallo ocra striati di nero, ventre e sottoala bianchi.

Piante comari del tartufo di cui si nutre:

Prugnolo

Rosa Canina 

Corniolo

Ghiandaia

La ghiandaia è nota per essere molto attiva nello stipare il cibo in eccesso (soprattutto ghiande) in numerosi nascondigli posizionati nei ceppi, sotto la corteccia degli alberi o al suolo, in un ampio raggio del suo territorio, badando bene di non essere osservata da altri esemplari durante tale operazione.
Il fatto che un singolo esemplare possa seppellire circa un migliaio di ghiande l’anno e alla luce di quanto dal Professore Micologo Chatin:

“Se vuoi tartufi semina ghiande”

possiamo definire la ghiandaia un tartuficoltore alato, in quanto ha fatto sì che prima dell’intervento umano le ghiandaie siano state il principale vettore d’espansione della farnia e del leccio.

Particolarmente importante è la funzione di pesticida naturale che questo uccello svolge nelle pinete a pino nero, dove tiene a bada la processionaria.

Alberi simbionti

Farnia

Leccioil leccio

Pino Nero

Il Merlo

Il merlo è un passeriforme della famiglia dei Turdidi. 

Il maschio del merlo è lungo fino a 25 centimetri e presenta un piumaggio in genere completamente nero o marrone scuro con becco e contorno degli occhi di un giallo acceso tendente all’arancione. Le zampe sono brune e squamose. La femmina è lunga 20–22 cm circa e di colore bruno scuro, con la gola più chiara, striata. I giovani e le femmine presentano una colorazione bruna del becco, anziché gialla o aranciata. E’ sovente avvistato nei boschi, non solo perchè ghiotto di bacche delle piante comari, ma perchè essendo onnivoro si nutre di vermi e coleotteri che spesso di cibano di tartufi e di conseguenza anche il merlo ha un’importante funzione come propagatore di spore.

Piante comari di cui si nutre

Prugnolo

Biancospino

Corniolo